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PALESTRO – L’anniversario, il numero 164, della prima grande battaglia della Seconda guerra di indipendenza italiana: concerti, presentazione di libri, rievocazione storica, punti gastronomici. Il secondo e ultimo fine settimana di commemorazione sarà l’apice di un programma sempre più ricco, che si lascia indietro definitivamente le restrizioni Covid e ha voglia di coinvolgere tutti nelle atmosfere del Risorgimento a Palestro, uno dei luoghi-simbolo del periodo.
A uso e consumo dei tanti curiosi, si assisterà alla raffigurazione di soldati in alta uniforme, le retrovie (con tanto di cucina da campo) e soprattutto il rumore degli spari, incessante, che si sente in tutto il paese. Tutto il programma dei festeggiamenti ruota intorno alla ricostruzione della battaglia e di tutto il contesto Risorgimentale: si vedrà come doveva essere un campo di battaglia di 164 anni fa, sia gli scontri veri e propri tra gli eserciti.
L’epicentro del programma coinvolgerà sabato 27 e domenica 28 maggio, intorno all’episodio storico che ha reso Palestro celebre nei libri di scuola di tutta Italia, la battaglia del 30 e 31 maggio 1859 spartiacque della Seconda guerra d’indipendenza, vinta dall’esercito franco-piemontese contro quello austriaco.  
Dopo l’antipasto di venerdì 26 alle 21 presso il salone Soms, con una tappa delle numerose presentazioni de “I giusti di Lomellina”, libro di storia di Giuseppe Zucca, si entra nel vivo il 27 dalle 15 in piazza Marconi, adiacente il municipio. Qui un campo storico e attività didattiche per i ragazzi si trasformano poi in una “cena del soldato” nel padiglione coperto all’interno nel cortile delle scuole elementari, lì nei pressi. Cucina il Comitato Vecchia Porta Casale di Vercelli. Una ricostruzione storica itinerante e guidata, per le vie del paese, in serata ricostruirà gli “antefatti della battaglia”, siccome sarà domenica 28 che si combatterà davvero, partendo col consueto corteo dal municipio all’Ossario.
Alle 16, presso il campo sportivo, si esibirà in concerto la fanfara dei Carabinieri Reali 1883 intitolata al tenente Gianantonio Donato. Tutti aspettano, alle 17, sempre al campo sportivo, la rievocazione vera e propria. Franco-piemontesi da una parte, austriaci dall’altra, coi membri del Reggimento Artiglieria a Cavallo “Voloire” a impersonare alcune forze in campo. L’orchestra di fiati Cornfield Music Band, alle 21 in piazza, conclude il calendario dei festeggiamenti.
Da alcuni anni figuranti in costume “rifanno il combattimento. È nata un’associazione culturale apposta per organizzare questo appuntamento annuale. Si chiama “La battaglia di Palestro”, nome prosaico, e ha un obiettivo chiaro: ogni anno migliorarsi e rendere più ricco e bello il programma. La battaglia di Palestro infatti sbaragliò l’esercito austriaco che difendeva la zona del Sesia, allora confine tra il Regno sabaudo e l’Impero. Dopo la vittoria a Montebello qualche giorno prima, il disorientamento degli sconfitti a Palestro portò poi a un’altra battaglia decisiva, Magenta, del 4 giugno. L’esito ancora favorevole per i franco-piemontesi fu il preludio alla liberazione di Milano. Si dice che lo stesso re Vittorio Emanuele II, dal torrione di Palestro, seguisse la battaglia e che passò anche la notte in paese, in una vecchia casa nobiliare che il Comune amministrato dal sindaco Giuseppe Cirronis ha appena acquistato dopo decenni di abbandono. Diventerà un museo. Intanto, domenica, ci si godrà una ricostruzione incruenta ma realistica. Colpi di moschetto, ordini dati ad alta voce, confusione, sudore, movimenti concitati, un faccia a faccia accuratissimo dal punto di vista storico e militare sia per le divise sia per le fasi degli scontri, ma senza alcun spargimento di sangue. E alla fine vincono i “nostri”.

Davide Maniaci