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Un testimone della fede, uno stimolo per i laici. A due anni esatti dall’inizio della Causa di beatificazione di Nerino Cobianchi, monsignor Paolo Rizzi ha terminato la Positio e il relatore generale della Congregazione delle Cause dei Santi l’ha approvata con encomio. Ora può andare in stampa e verrà messa a disposizione dei periti teologi e dei cardinali del medesimo dicastero per la valutazione di merito.
“Dopo questi mesi di approfondimenti e di studio degli atti processuali, – commenta il postulatore della Causa, monsignor Rizzi (nella foto), sacerdote mortarese in servizio presso la Segreteria di Stato vaticana – mi convinco sempre più della santità di vita di questo straordinario credente, testimone virtuoso della fede, della speranza c della carità evangelica. La sua esemplare testimonianza cristiana e la sua santità, riconosciute dalla Chiesa. potranno offrire a tutti. specialmente ai fedeli laici, un modello di dedizione evangelica nei confronti di quanti stazionano, senza speranza, nelle periferie territoriali ed esistenziali”.
La Positio è l’importante volume che raccoglie il sommario delle deposizioni processuali rese durante l’inchiesta diocesana di Vigevano, l’analisi teologica sulle virtù esercitate dal Servo di Dio e la sua biografia documentata, costruita sulla base delle testimonianze raccolte e sulla documentazione di archivio. Questo fondamentale lavoro ha prodotto un volume di 758 pagine che rappresenta lo strumento di studio sulla base del quale i teologi e i porporati del dicastero si pronunceranno sulla santità di Cobianchi e sull’esercizio eroico delle virtù da parte del Servo di Dio, affinché il Papa lo possa dichiarare Venerabile.
L’associazione Pianzola Olivelli è stata finora in grado di affrontare i costi richiesti della Causa che, come tutte le Cause di Beatificazione, per la loro complessità richiedono molto lavoro e comportano non poche spese. Si confida nell’apporto generoso e indispensabile di quanti hanno conosciuto Nerino Cobianchi, ne conservano un grato ricordo, lo venerano come persona vicina a Dio e intercessore di grazie, attendendo di contemplarne presto la santità dichiarata dalla Chiesa.
Cobianchi è morto prematuramente il 3 gennaio 1998, a 52 anni, lasciando un’eredità preziosa a livello sociale, ecclesiale e spirituale. Nel corso della sua non lunga esistenza ha testimoniato che quando vivi alla scuola del Vangelo nulla è impossibile: per questo ha osato molto ed ha realizzato altrettanto nei sentieri della solidarietà. Ha seminato incessantemente il seme della bontà e della carità, facendo ciò che Gesù gli ha messo nel cuore.
La sua era una fede incarnata nel quotidiano, nella famiglia, nel lavoro, in parrocchia, nell’Associazione e in tante periferie esistenziali. Era un credente convinto ed entusiasta, dotato di una eccezionale sensibilità dal punto di vista spirituale, ma vissuta nella quotidianità. Un uomo carismatico e dallo sguardo profetico, inserito in un preciso contesto ecclesiale, ma proiettato irresistibilmente ai vasti orizzonti della carità e della missione.
La sua “vita”, setacciata dall’indispensabile inchiesta, sarà dunque passata al vaglio  prima dei teologi e poi dei cardinali del dicastero delle Cause dei Santi, che dovranno pronunciarsi sull’esercizio eroico delle virtù da parte di Nerino Cobianchi. Se l’esito di tale doppia valutazione sarà positivo, il Santo Padre lo dichiarerà Venerabile.