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Oltre trenta persone in municipio, in un clima di evidente fastidio, si sono presentate per avere risposte sul caso della “tassa sul cancello”. Infatti nella giornata di martedì scorso, 24 gennaio a partire dalle 10 al primo piano del palazzo comunale, un funzionario della ditta Colombo si è reso disponibile per dare risposte ai cittadini. Pagare sì, pagare no, pagare... quanto?  Anche giovedì prossimo, dalle 15 alle 17. Certezza è che la tassa relativa al 2023, relativa ai passi carrai a raso,  non deve essere pagata. I cittadini che dovessero già aver versato la quota relativa all’annualità in corso potranno inviare una comunicazione alla ditta Colombo che scalerà la somma dalla tassa riferita all’anno precedente. Nonostante tutto il Canone unico patrimoniale resta un rebus.  Infatti l’amministrazione ha già rivolto un ulteriore invito alla cittadinanza: procrastinare il pagamento della “tassa sul cancello” a raso relativa al 2021 e al 2022. Nel frattempo il governo cittadino potrebbe studiare le soluzioni praticabili per cancellare quello che molti giudicano come un balzello iniquo. Intanto il funzionario della ditta Colombo resterà a disposizione del municipio anche per altre giornate dedicate alle risposte agli utenti.  “Appena possibile porteremo in consiglio comunale – spiega l’assessore alle Finanze Renato Ferraris (nella foto) – un nuovo regolamento per abolire la tassa sui cancelli a raso relativa al 2023 in attesa che si trovi una soluzione anche per il 2021 e il 2022. Intanto il funzionario della Colombo, se necessario, resterà a disposizione per ulteriori chiarimenti anche nei prossimi giorni”. Il pasticcio della tassa sul cancello risale al 2021. La maggioranza leghista di allora aveva votato il 13 aprile 2021 (con 8 voti favorevoli da parte della maggioranza leghista) il regolamento per la disciplina del canone unico patrimoniale, che in parte ricalca il vecchio regolamento Cosap (Canone per l’occupazione di spazi e aree pubbliche). Il testo del regolamento approvato nel 2021 considera soggetto a pagamento qualsiasi accesso a raso  munito di cartello di divieto di sosta. Anche in assenza di alcuna opera che modifichi il marciapiede. Insomma, è necessario pagare il balzello solo per il fatto che ci sia un cancello con il cartello di divieto di sosta. “Riteniamo indispensabile e urgente – conclude l’assessore Renato Ferraris - che venga revisionato il regolamento per evitare di chiedere ai cittadini il pagamento di un canone ingiusto”. 

Luca Degrandi