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La presidente di AmiCivico17 Maria Forni (nella foto) propone con la Scuola civica musicale alla biblioteca “Francesco Pezza” un incontro sulla musica concentrazionaria per la Giornata della memoria. Alle 16 e 30 di venerdì, nella Sala rotonda, a un’esposizione della professoressa Maria Forni seguirà un breve sipario musicale a cura di Alberto Bonacasa e Chiara Perazzolo. ‘’Per quest’anno – spiega Maria Forni – volevo fare qualcosa di innovativo. Ispirata dalla presentazione di un libro sulla musica nei campi di concentramento, l’anno scorso alla sinagoga di Vercelli, ho deciso di proporlo in piccolo qua a Mortara. Acquistato il volume in questione, ho fatto qualche studio a riguardo e abbiamo proposto alla Scuola civica musicale di affiancarci per suonare qualcosa dopo il mio intervento. La prima parte sarà dedicata ad aspetti introduttivi, sull’ascesa e sull’affermazione del nazismo e delle pratiche di ‘pulizia’ adottate dal regime. Mi piace insistere sull’aspetto relazionale, del dramma umano. Segue, allora, l’affondo sulla musica nei campi di concentramento’’. Di almeno quella che s’è trovata. Chissà quanta ancora se ne nasconde tra i muri e gli anfratti di campi come Terezin, in Repubblica Ceca. Uno specchio per le allodole, per mostrare a tutto il mondo quanto questi campi fossero una bontà. Finta naturalmente. 
Ma, ancora oggi, al suo interno musealizzato si possono ammirare ancora un piccolo teatrino e qualche strumento musicale. ‘’La musica – prosegue – poteva essere celata, e di composizione propria per propria esigenza spirituale, ma anche quella imposta dal regime durante le sessioni di ‘lavoro’. Una piccola orchestra di internati incitava con la musica a lavorare. Ci sono canzoni più popolari, ci sono brani più colti e raffinati. Molti da scoprire ancora. Io vorrei che al pubblico sia trasmesso quel senso di dignità umana, di vivere, che portava gli internati a perseguire le loro passioni pure in situazioni del genere’’. Per l’occasione sono stati selezionati tre brani, di estrazione religiosa. Uno è in polacco, arrivato dal campo polacco di Majdanek, datato 1943. L’altro, in latino, è un pezzo per il Libro di Fullen ‘Anima nostra’ di Pietro Faletti, testo tratto dal salmo 124. L’ultimo pezzo ‘Qui in questa terra’, è arrivato da Auschwitz-Birkenau, datato 1944. ‘’Un mondo nuovo – spiega il pianista Alberto Bonacasa – e a prima vista molto toccante. Mi piacerebbe approfondire di più la questione e capire meglio che cosa ci sia pervenuto’’.

Vittorio Orsina