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L’unica strada che porta a Milano è il raddoppio selettivo. L’associazione dei rappresentanti dei pendolari MiMoAl rilancia la proposta, precedentemente avanzata nel 2019, per velocizzare i tempi e dare una spinta per la realizzazione di un’opera che ormai i pendolari aspettano da almeno trent’anni. In pratica, si tratterebbe di posare un secondo binario escludendo il tratto Sud di Abbiategrasso e la parte centrale di Vigevano, dal cavalcavia di viale Leopardi sino in stazione. La riesumazione di questa idea parte dal fatto che il raddoppio Albairate-Abbiategrasso, finanziato con i fondi europei del Pnrr, è ufficialmente saltato: non si riuscirà a finirlo entro il 2026, e anche i costi sono vertiginosamente aumentati. Da una interpellanza del Pd regionale, discussa la settimana scorsa, è emerso che la progettazione definitiva del raddoppio Albairate-Abbiategrasso ha visto attestarsi il costo totale dell’opera in 280 milioni di euro: il 233 per cento del costo preventivato inizialmente in 120 milioni di euro. Tra i 160 milioni di euro in più, 74 sarebbero dovuti all’incremento dei costi dei materiali, cioè oltre il 60 per cento in più del costo iniziale dell’opera. Gli altri 86 milioni sarebbero dovuti alla viabilità sostitutiva, all’eliminazione dei passaggi a livello e, sorpresa per tutti, al fatto che non si tratterebbe più di costruire un nuovo binario affiancato all’attuale, ma di demolire l’attuale e costruire due nuovi binari ad una maggiore altezza da terra per rispettare il cosiddetto franco idraulico previsto dall’attuale normativa.
“Circa dieci giorni fa – commenta Franco Aggio (nella foto), presidente dell’associazione MiMoAl – eravamo venuti a conoscenza di grossi problemi di natura finanziaria e di tempistiche che facevano presagire l’abbandono del raddoppio ferroviario Albairate-Abbiategrasso. Adesso, grazie ad una interrogazione del Pd regionale, regione Lombardia ci dà la misura esatta della situazione, che definire stupefacente è il minimo. Ora che siamo venuti a conoscenza del costo totale previsto per l’opera ci poniamo un interrogativo di fondo: era sottodimensionato l’importo iniziale o è sovrastimato lo scostamento? La cifra altissima per i costi dei materiali, inoltre, avrebbe bisogno da parte della stazione appaltante, Rfi, una spiegazione adeguata. Un costo così esorbitante per cinque chilometri vuol dire probabilmente non fare più l’opera. Tutto questo si sapeva già 18 mesi fa oppure è cambiata la situazione strada facendo?”.
Poi l’attacco alla giunta comunale di Abbiategrasso, che secondo l’associazione MiMoAl è in parte colpevole degli aumenti, e la riesumazione di una vecchia proposta, che ritorna oggi più che mai attuale: il raddoppio selettivo.
“Gli extra costi dovuti alla viabilità alternativa – illustra Aggio – sono chiaramente ascrivibili alle richieste della città di Abbiategrasso, e anche qui un po’ di trasparenza aiuterebbe. Con questi chiari di luna l’eventuale raddoppio completo fino a Mortara avrebbe costi proibitivi, tempi biblici e causerebbe numerosi disservizi ai viaggiatori, tra cui l’interruzione per anni della linea. Sarebbe intelligente, per ovviare a tutto questo, riprendere in mano la proposta di raddoppio selettivo che l’associazione MiMoAl aveva presentato nel 2019. Opportunamente ricalibrata in virtù della nuova situazione venutasi a creare, sarebbe la soluzione più economica, meno impattante, e che garantirebbe comunque un incremento dei servizi. Tutti adesso dovrebbero virare su questa possibilità”.

Massimiliano Farrell