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MORTARA - Consulta ambientale, dove sei? Se lo domanda l’associazione “La Mortara che vorrei” che torna a suonare l’allarme sul tema della tecnologica 5G che permettere di avere una maggiore trasmissione dati per la telefonia mobile. Ma per avere un “super-internet” sul telefonino, ci vogliono anche delle “super-antenne”. Ed è la loro potenza a preoccupare molti ambientalisti e gli aderenti all’associazione “La Mortara che vorrei”. Insomma, il tema delle onde elettromagnetiche torna di attualità e, insiste l’associazione, dovrebbe approdare sul tavolo della commissione consulta ambientale. Consulta che, dopo la chiusura dei termini (28 ottobre) per presentazione delle candidature per farne parte, sembra essersi arenata nel porto delle nebbie. Intanto a Mortara, tra via Cantiano e via Montessori, da alcuni mesi, molto vicina alle case, c’è un’antenna 5G della società Iliad. I residenti della zona avevano manifestato diverse preoccupazioni. “La novità - spiega Adriano Arlenghi, tra le anime dell’associazione - è che ora il Governo alzerà i limiti elettromagnetici. Strano Paese il nostro, non c’è mai una certezza. Infatti è stato approvato pochi giorni fa, dalla IX Commissione del Senato un emendamento al Ddl Concorrenza, che consente l’innalzamento dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici. Ora non esiste nessuna ragione tecnica per innalzare i limiti elettromagnetici che verranno portati da 6 a 15 Volt per metro, tra l’altro senza alcun riferimento scientifico e senza adeguare le tecniche di misurazione. Siamo, infatti, l’unico Paese in Europa che misura i campi sulla media delle 24 ore invece che sulla media dei 6 minuti. Si tratta di una scelta insensata che accontenta le richieste di parte dell’industria del settore, certo importante per lo sviluppo digitale nazionale, ma che noi riteniamo possa essere anche potenzialmente pericolosa per la salute della popolazione. Soprattutto in considerazione che le ultime ricerche mettono in evidenza come gli attuali 6 Volt per metro siano cautelativi. La decisione del Governo a nostro avviso, non tutela affatto la popolazione da possibili rischi, ma serve solo a far risparmiare i grandi gestori che, secondo gli studi da loro stessi sostenuti, avrebbero dovuto spendere tra i 3 e i 4 miliardi di euro per reingegnerizzare e/o collocare oltre 24mila e 700 antenne. Numerosa la letteratura scientifica che non viene presa in considerazione con questa scelta e che sottolinea effetti avversi non termici correlati alla esposizione ai campi elettromagnetici artificiali emessi da apparati radioelettrici come tumori, malattie neurodegenerative, deficit di attenzione e memoria, elettrosensibilità, disturbi cardiocircolatori, danni alla fertilità”. Sul tema il 30 novembre 2022, praticamente un anno fa, era stata discussa in consiglio comunale l’interpellanza firmata da Giuseppe Abbà. Con conseguenti rassicurazioni basate su rapporti scientifici.  “Noi non siamo un’associazione luddista – conclude Adriano Arlenghi - non siamo per nulla contro la tecnologia. Però non possiamo fare a meno di denunciare questo modo di procedere, innalzando i valori di riferimento se fanno comodo. Una scelta che ci ricorda come le soluzioni in questo nostro Paese siano sempre molto creative. Vi ricordate quando l’acqua inquinata da bentazione e molinate degli acquedotti di Mortara e certo non solo di questa città, fu resa potabile con un decreto legge che aumentava la quantità ammessa di dieci volte? Invitiamo pertanto l’Amministrazione comunale di Mortara a rendere finalmente operativa, dopo mesi trascorsi dall’invito alla partecipazione rivolta agli stakeholders del territorio, la Consulta ambientale cittadina, dove questi temi potranno meglio essere studiati”.