A Mortara la presentazione del libro racconta il cammino sulla via di Santiago

MORTARA - Entrambe sulla schiena hanno scelto di farsi dipingere lo stesso tatuaggio, che viene anche riportato nella pagina finale del libro: un timbro che hanno anche visto affisso sul loro “passaporto” di uno dei cammini di Santiago. In lingua spagnola dice: “La vida es un viaje disfruta del camino”. La traduzione, comunque intuitiva, recita: “la vita è un viaggio, goditi il viaggio”. Sono le premesse del libro di Carla Masutti e Simona Pittaluga edito da BookSprint. Camminatrici incallite, lo hanno intitolato “Un cammino di due vite a quattro piedi” per testimoniare il loro binomio indissolubile di donne che amano viaggiare camminando, e adorano farlo insieme. Il volume sarà presentato sabato 12 aprile alle 10 e 30 nella sala rotonda della biblioteca “Pezza” di Mortara. Un libro dedicato a mariti, figli, genitori, 332 pagine divise in capitoli brevi che spiegano il motivo per cui si sono avvicinate ai vari “cammini”. Dal 2017 infatti ogni anno prendono e vanno, a luglio, per almeno dieci giorni. Carla Masutti, paronese, insegnante, aggiunge: “Abbiamo percorso la via Francigena dal passo del gran san Bernardo a Roma, la via Francisca del Lucomagno dal confine svizzero sino a Pavia, il cammino di Carlo Magno, il cammino di Oropa, il cammino inglese (in Spagna), il cammino di Finisterre da Santiago de Compostela sino all’oceano. E poi il cammino portoghese sempre fino a Santiago. Stiamo programmando il prossimo per luglio: il cammino francese che parte dai Pirenei, sempre fino a Compostela”. L’idea è proprio di Carla Masutti lo scorso anno: detto, fatto. Gli spunti per la stesura di un testo c’erano già, e anche tanti. “Il libro – prosegue la co-autrice – non è una guida turistica, ma una raccolta di emozioni da noi vissute sui vari percorsi. Parliamo anche di come abbiamo affrontato nel 2020 due itinerari nonostante la pandemia”. Perché quando una “vocina” chiama e ordina di dover partire, è impossibile resistere, nonostante sudore fatica e stanchezza. Lacrime di gioia e di risate e il peso dello zaino. Lo diceva anche Kerouac: “Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati. Dove andiamo? Non lo so, ma dobbiamo andare”.
d.m.