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Le esportazioni di riso sono alle stelle. Il dato positivo è contenuto nel monitoraggio trimestrale di Intesa Sanpaolo elaborato su dati Istat e relativo all’ottobre scorso. Nella filiera distrettuale dell’agroalimentare lombardo spicca il distretto del Riso di Pavia, con un aumento percentuale del 16,7%, e un aumento assoluto di 27,4 milioni di euro (primo semestre 2023 sul 2022). “Il settore risiero sta vivendo un periodo storico costellato di sfide – spiega Mario Francese, presidente dell’Associazione industrie risiere italiane (Airi) – Dapprima la siccità nel 2022, che ha compromesso parte del raccolto e ridotto la disponibilità di materia prima nazionale per la campagna 2022-2023 e poi le continue tensioni politiche internazionali, con pesanti ricadute sul mercato. In questo complesso scenario, i dati forniti dall’analisi di Intesa Sanpaolo ci restituiscono un messaggio positivo, che testimonia la resilienza della filiera risicola. Bisogna comunque considerare che il dato in aumento del valore delle esportazioni contempla le vendite in Europa e verso Paesi terzi ed è prevalentemente influenzato dall’aumento dei prezzi della materia prima. Nel 2023 non abbiamo di fatto incrementato le nostre quote di mercato, semmai le abbiamo mantenute”. In Lomellina e nel Pavese vi è la maggior concentrazione di ettari coltivati a riso (77mila) d’Italia e d’Europa. Il settore industriale vale 1,5 miliardi di fatturato annuo, con 1.200 addetti, senza considerare l’indotto. Circa il 70% del fatturato dell’industria risiera si colloca nella provincia di Pavia. L’Italia è un esportatore netto di riso, con una produzione interna sufficiente a soddisfare i consumi nazionali, che negli ultimi dieci anni sono cresciuti del 34%. In termini assoluti, l’export vale circa il 60% della produzione industriale: per le caratteristiche qualitative e l’attenzione alla salubrità, il riso italiano è molto apprezzato nell’Unione Europea, ma anche nel Regno Unito, in Medio Oriente, in Turchia, negli Stati Uniti, in Sud America e in alcuni paesi asiatici.  

Umberto De Agostino