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SENNORI - Qual è la migliore definizione di «persona di successo»? Le interpretazioni possono essere molteplici e tali da chiamare in causa dati, cifre, titoli, onorificenze, obiettivi raggiunti e superati… Ma c’è un modo infallibile per definire gli individui che fanno parte di questa ristretta cerchia: quelli che, guardandoli negli occhi, ti sorridono e ti comunicano che si stanno divertendo, che si realizzano, compiendo un’attività che riesce a coinvolgerli al massimo giorno dopo giorno, e che, così facendo, anno dopo anno continuano a crescere e a migliorarsi.
Un esempio concreto, che in moltissimi conoscono sotto le nostre latitudini? Alessandro Werlich, cassolese, classe ’95, giocatore di basket, ma anche imprenditore, che aprendo la finestra, la mattina, ormai non vede più la distesa d’acqua immobile delle risaie contornate dai pioppi, ma ammira lo spettacolo sempre nuovo del mare cangiante e in eterno movimento della Sardegna. 
Perché parlare di questo personaggio proprio ora? Perché, a trent’anni tondi, ha raggiunto con la formazione di Sennori il traguardo prestigioso della promozione in Serie B Interregionale, dopo avere primeggiato in Serie C regionale ed essere approdato in Puglia, a Mola di Bari, luogo del concentramento, da cui è uscita vittoriosa contro l’Alfa Catania. La squadra era arrivata in Puglia con un numeroso seguito di tifosi appassionati e l’accoglienza al rientro è stata trionfale, perché il poter contare su una formazione in B è un vanto per tutta la Sardegna settentrionale. Per Alessandro Werlich questa è stata la prima stagione a Sennori. 
Cosa l’ha spinto a legarsi a questa squadra? 
“Fino all’anno scorso li conoscevo solo in veste di avversari, poi sono stato contattato da loro la scorsa estate – spiega con l’accento che ormai ha ben poco di lomellino, e che ha acquisito l’inconfondibile patina sarda – e mi hanno subito fatto balenare davanti agli occhi grandi progetti e grandi ambizioni, per cui mi sono fatto indubbiamente ingolosire. Hanno iniziato a snocciolarmi i nomi dei componenti del roster, che conoscevo già quasi tutti perché le nostre strade si erano spesso incrociate, e mi sono reso conto che la società faceva sul serio e che un treno così difficilmente mi si sarebbe ripresentato. Non sono vecchio, ma non sono precisamente un ragazzino alle prime armi, quindi, valutando che potesse trattarsi di una delle ultime opportunità così importanti, mi sono detto: perché no!? In palio c’era la possibilità di fare il salto in Serie B, che mi veniva offerta lì, in Sardegna, dove ormai mi sono stabilito e dove potevo affiancare questo impegno alle attività che ho avviato proprio qui nel tempo”.
La pallacanestro, per chi la vive da professionista, è una fonte di reddito che però, compleanno dopo compleanno, tende a ridursi e scomparire, e Alessandro Werlich, previdentemente, si è ritagliato un futuro grazie a una serie di attività sull’isola. Gestisce case vacanza a Calasetta e dintorni, ma l’attività principale è l’Ape Piaggio allestita a bar (YaWeStreetbar, «un chiringuito su tre ruote») che con il socio ed ex compagno di squadra Yael Barreiro si è trasformata in un progetto di bar itinerante "per aperitivi specialmente sull’isola di Sant’Antioco, ma l’anno scorso ci siamo spinti un po’ su tutte le strade della Sardegna – illustra Alessandro Werlich, e parlandone gli occhi gli brillano di orgoglio – proponendo aperitivi al tramonto con musica, drink e collaborazioni con altre attività simili alla nostra che si occupano del food, fornendo gustosi stuzzichini e piatti golosi. Il tutto nella magica cornice di queste spiagge, immaginatevi da soli l’atmosfera…”.
Tornando alla pallacanestro… “Sennori è stata un’annata bella, molto difficile, contrassegnata da alti e bassi – prosegue – perché, praticamente dopo trenta secondi dall’inizio della prima partita, mi sono lussato la clavicola, ho fatto un canestro da tre in transizione (era il primo canestro in assoluto di tutto il campionato)  e subito sono crollato per questo infortunio che mi ha tenuto fuori per un paio di mesi. Ho forzato il rientro perché avevo voglia di tornare a giocare, il gruppo è stato super perché mi ha sempre aspettato e supportato, questo mi ha dato tanta energia. Siamo stati una bella armata per la Serie C, ma in tanti dicevano che poi, usciti dalla Sardegna, ci saremmo rivelati inadeguati in vista della promozione. Questo pronostico sembrava destinato ad avverarsi, perché in gara1 contro Caiazzo, puntualmente, abbiamo perso. Troppa voglia di dimostrare che eravamo all’altezza del compito, troppa adrenalina in circolo, sono stati i due fattori che ci hanno giocato contro e, pur essendo stati in testa per tutto il match, abbiamo perso. Il giorno dopo, contro Catania, che, tra l’altro, è un’ottima squadra, li abbiamo totalmente tritati, andando dritti all’obiettivo”.
Dopo una promozione conquistata sul campo, quale sarà il futuro? 
“Non abbiamo ancora parlato esplicitamente della prossima stagione – prosegue Alessandro Werlich – inutile sottolineare che a me piacerebbe rimanere, ma ci sono anche altre questioni in ballo che mi impongono di valutare bene se rimanere a giocare a trecento chilometri da Calasetta, dove abito”. 
Che Alessandro Werlich ormai, pur non rinnegando le sue radici lomelline, sia diventato sardo a tutti gli effetti, è palese… 
“E’ una domanda alla quale posso fare a meno di rispondere, perché l’amore per questa terra che mi ha adottato traspare da quanto ho detto finora. Ormai la considero casa mia, come la vera casa in cui sono nato, qua sto benissimo, anche i miei stanno benissimo quando vengono a trovarmi e spero lo facciano ancora più spesso”.
E certamente lo faranno, perché quando, alla domanda sul suo futuro cestistico, si mantiene sul vago adducendo come possibile motivo ostativo la distanza da casa (lui che, per rincorrere una palla arancione ha macinato migliaia di chilometri…), si riferisce a una notizia bellissima destinata a rendere ancora più forte il legame tra lui la sua Sara, al fatto cioè, che entro la fine dell’anno ci sarà un piccolo/a Werlich in arrivo, e quindi è sicuro che i viaggi andata e ritorno dalla Sardegna di papà Max e mamma Mary diventeranno assai più frequenti…

Nevina Andreta