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CASTELLO D’AGOGNA - In panchina contro Tevere, due settimane fa, lui non c’era. Un’assenza più che giustificata, però, visto l’impegno della selezione under 10 che a Riva del Garda ha ottenuto un incoraggiante secondo posto, soprattutto in chiave futura, al torneo internazionale “Bee happy”. William Grivel ha seguito i Bonomini di domani nella spedizione lacustre, come da promessa solenne che aveva stretto con la squadra. 
Ma il pensiero, e soprattutto le analisi del “day after” erano rivolte anche al campo di casa, dove il pareggio per 3 a 3 della squadra senior contro Tevere ha sancito la retrocessione in Serie A1 della Cgr Paolo Bonomi con una giornata di anticipo. William Grivel, che da vent’anni ha riportato l’hockey lomellino ai massimi livelli, dopo la rifondazione della società nel 2002, sceglie un’immagine per aprire un primo scorcio sul futuro della squadra e sulle nuove prospettive dopo l’esperienza di un solo anno in Serie Elitè.
“L’Araba fenice - esordisce l’allenatore e patron della Cgr Paolo Bonomi - è un uccello mitologico che rinascendo dalle proprie ceneri simboleggia il potere della resilienza, ovvero la capacità di non lasciarsi abbattere dalle difficoltà della vita, di reagire e di rialzarsi più forti di prima”.
Nel 2002, infatti, il movimento lomellino legato all’hockey non partiva esattamente da zero.
 “Ventuno anni fa - prosegue William Grivel - la nostra società rinasceva dalle ceneri della Gea Paolo Bonomi chiusa per volere dell’ allora presidente Elda Besozzi in Bonomi (mamma di Paolo) nel 1986, dopo la retrocessione in Serie A2”.
Una quindicina di anni più tardi è stato proprio William Grivel, nipote di Paolo Bonomi, a riprendere le fila del discorso.
“Dopo cinque anni di Serie B e due campionati di Serie A2, a soli sette anni dalla rinascita la nuova Società Hockey Paolo Bonomi ha saputo mantenere la massima categoria per quattordici stagioni consecutive, affermandosi ai vertici dell’hockey italiano come antagonista delle più blasonate e storiche Hockey club Bra e Amsicora Cagliari”.
Da quel momento in avanti le statistiche raccontano di tre scudetti sfiorati, altrettante finali di Coppa Italia di cui una storica. La finale e il trofeo vinto in casa, davanti al pubblico del Comunale di Castello d’Agogna. E poi, ancora: due partecipazioni alle coppe europee “Ma sarebbero state tre - precisa l’allenatore biancoverde - se non fosse arrivata la pandemia” hanno scandito questi anni meravigliosi. 
“Purtroppo però nello sport, - prosegue William Grivel - specialmente in quello dilettantistico, garantire il giusto cambio generazionale attingendo dal vivaio è difficile e lo è ancora più dopo una pandemia”.
Il motto “più di un club, una famiglia” di cui in casa Bonomi vanno fieri, però, ha fatto prendere alcune decisioni dettate dal cuore a discapito di scelte tecniche che avrebbero certamente aiutato ad ottenere risultati migliori.
“Proprio per questo motivo - riflette il patron castellano - non possiamo rammaricarci di nulla ed accettiamo con grande sportività il verdetto del campo. Come per l’Araba fenice la  morte può rappresentare un piccolo fallimento e la sua risurrezione dalle ceneri non è nient’altro che la ripartenza. Le persone resilienti sanno bene che è importante coltivare l’autostima, circondarsi di buoni amici ed imparare ad accettare ogni situazione, anche quando ci appare scomoda, per poter reagire e poi rialzarsi più forti di prima”.
E la Bonomi sa letteralmente cosa significa rinascere davvero. Lo testimonia la storia che ha ricominciato a scrivere le pagine di uno stesso romanzo soltanto interrotto, tutt’altro che finito.
Parlare retoricamente di un nuovo capitolo è riduttivo. 
Per una serie di infiniti motivi ma che si possono riassumere in un solo grande tema: l’hockey è cambiato. Lo è anche il mondo, ovviamente, ma questo sport in particolare ha vissuto una evoluzione repentina e per certi versi radicale, molto più di altre discipline sportive e certamente di altri aspetti della società umana. 
Il lungo messaggio ai tifosi, alla squadra e al mondo sportivo di William Grivel si conclude però con un auspicio benaugurante: “La nostra fenice tornerà a volare in alto. Ringrazio tutto lo staff, tutti i giocatori per l’impegno e il mio grazie va anche ai nostri tifosi, agli sponsor che ci sostengono e anche alla stampa. I giornalisti ci hanno sempre seguito con la solita passione, così come i nostri supporter, anche in questa disgraziata stagione”.
Ma che aldilà degli esiti negativi servirà eccome in termini di esperienza, per pianificare il futuro che riparte dalla Serie A1 e correggere eventuali errori. 

Riccardo Carena