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Mercoledì scorso, 19 aprile, è scomparso all’età di 83 anni Adriano Pietro Leva. Volto noto della politica locale e socialista dalla forti radici operaie Adriano Leva lascia la moglie Odilla, il figlio Alessio con Laura e la nipote Rebecca. Il rosario e la messa esequiale si sono svolti venerdì 21 presso la chiesa di Santa Croce. 
Anche se negli ultimi anni non partecipava più alla politica attiva, Adriano Leva è stato un protagonista dell’attivismo locale capace di lasciare un segno ed un esempio per il futuro. 
“Nell’esprimere il cordoglio ai suoi famigliari – lo ricorda Giuseppe Abbà - penso sia doveroso il ricordo di un cittadino di Mortara, un operaio, un sindacalista, un uomo politico. Ho conosciuto Adriano fin da quando ero un ragazzino (lui aveva qualche anno più di me) negli ormai lontanissimi anni ‘50. Allora la vita si svolgeva in forme più “comunitarie” rispetto ad adesso per cui nel rione ci si conosceva tutti e si condividevano giochi, discorsi, le prime esperienze di “vita adulta”. Adriano diventò operaio della Marzotto in un’epoca dove in questa fabbrica (il “Fabbricone” appunto) lavoravano centinaia di operaie ed operai in giornate e turni scanditi dalla potente sirena (la “corna”). Adriano si mise in luce nell’attività sindacale interna soprattutto durante le grandi lotte dell’autunno caldo del 1969 e dei tessili nella primavera del 1970. Era un attivista del Partito Socialista e ne aveva seguito le varie vicissitudini compreso, per un certo periodo, l’interessante esperienza dello Psiup (Partito socialista di unità proletaria) nato dalla sinistra socialista. Dissoltosi questo partito nel 1972, mentre molti aderenti confluirono nel Pci, Adriano tornò nel Psi, ma mantenne, nelle sue convinzioni e nei suoi atteggiamenti, un’impronta di sinistra e di partecipazione al movimento operaio di cui, ovviamente, era parte. Fu assunto come funzionario sindacale alla Cgil dapprima nella categoria dei tessili, poi passò ad altre categorie fino a quella dei chimici”.
Nel 1998 Adriano Leva collaborò alla costituzione della lista unitaria per le elezioni comunali di quell’anno. Poi si discostò dalla militanza. ma non smise di interessarsi dei problemi della città.
“Da un po’ di anni era in pensione – prosegue nel suo ricordo Giuseppe Abbà -  ma continuò ad interessarsi dei problemi politici e sindacali. Cito un solo episodio: ebbi modo di collaborare con lui nella costruzione della lista unitaria per le elezioni comunali del 1998. Negli ultimi tempi lo incrociavo all’edicola di viale Parini e lo trovavo spesso sconsolato rispetto alla deriva che, negli ultimi tempi, aveva preso la società e la vita politica italiana anche se coltivava ancora la speranza di una possibilità di cambiamento attraverso una ripresa delle lotte delle classi popolari. Assieme ad altri personaggi della “vecchia Mortara” con Adriano scompare una certa stagione della vita sindacale e politica di un tempo. Gli accennavo, nelle ultime conversazioni, a un certo numero di giovani che, in un modo nuovo certamente, proseguono nell’impegno per un mondo diverso e possibile. Per questo ritengo che il seme gettato da Adriano nella sua attività e da tanti altri come lui non sia stato inutile”.

Luca Degrandi