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CASTELLO D’AGOGNA – Il Grivel-bis si presenta certamente più agevole rispetto alla tornata di cinque anni fa, quando il primo cittadino uscente che punta al secondo mandato dovette sfidare Roberto Mazzini, avversario vero. William Grivel (nella foto a destra) vinse, ma non di così tanto. Adesso per le comunali del 14 e 15 maggio, le cui liste si potevano depositare entro sabato, il pronostico è tutto a favore dell’imprenditore di 44 anni con la sua lista “La torre civica… più concreta”, nome curioso che riprende la vecchia “Torre civica” del padre Antonello, sindaco storico per 23 anni.
Volti vecchi e nuovi. Nel gruppo lascia il vicesindaco, Morena Barichello, per impegni familiari. Entra tra gli altri Daniela Bio. Il suo è forse il nome più popolare di queste elezioni che in Lomellina coinvolgono solo tre piccoli paesi. Castello d’Agogna, poco più di mille abitanti, è infatti il più “grande”. Il dato scoraggiante, semmai, è che sempre meno persone vogliono sobbarcarsi l’onere di fare il sindaco. Ormai i pochi rimasti puntano a coinvolgere liste civette, personaggi estranei al paese che accettano di fare gli sparring partner per motivi non sempre chiari. In questo caso tocca a Grande Nord, onnipresente. Una confederazione che a Vigevano ha come referente Enrico Chiapparoli. A Castello d’Agogna Grande Nord lancia Michele Pietro Rossi (a sinistra). Vive a Gambolò, fa il consigliere di opposizione a Gambarana proprio perché nel 2022 sfidò Franco Alberto Cattaneo, perdendo rovinosamente. “Considerando – sono le parole di uno schietto Grivel – che una legge che non trovo giusta impone il quorum del 40 per cento, nel senso che se vanno a votare meno elettori e c’è un solo candidato, il Comune viene commissariato, a me va benissimo avere un contendente. Ritengo comunque di avere lavorato bene, vorrei proseguire”. Riguardo a Daniela Bio, che tutti sanno essere di Mortara, restauratrice architettonica e soprattutto ex vicepresidente della Provincia, Grivel spiega come “la sua competenza sarà un valore per questo Comune, e per me da presidente della provincia ha lavorato benissimo. Vorrei che riprendesse il suo posto. Ad ogni modo, è legata al nostro paese anche se non ci abita”. La legge infatti vuole che per avere un posto nel consiglio provinciale, si debba essere consiglieri comunali. Ad ottobre ci sarà il rinnovo del consiglio. Bio potrà riprovarci.

Davide Maniaci