Maria Forni presenta i nuovi quaderni della Francesco Pezza: «Carteggi sotto la lente» e «Mia Lomellina bella»
Con l’uscita dei quaderni «Numero 13» e «Numero 14» nella primavera-estate di quest'anno la biblioteca civica mortarese «Francesco Pezza» ha arricchito il suo patrimonio produttivo, ormai piuttosto importante per quantità e qualità, mirando all’obiettivo di creare un corpus di testimonianze storiche, culturali e artistico-letterarie afferenti alla città di Mortara e alla Lomellina. Costruiti da autori vari, i testi sono tutti uniti dal filo rosso della volontà di memoria e conservazione della tessere di un mosaico caro alle generazioni della terra ove viviamo.
In questa paziente opera di ricerca e di divulgazione la biblioteca si avvale del supporto dell’associazione «Amicivico17», attiva e appassionata nel favorire in vari modi la realizzazione dei progetti che rendono più viva l’attività performativa del centro culturale «Francesco Pezza». La fisionomia della civica biblioteca fa affiorare alla memoria l’immagine delle prime grandi biblioteche sorte nell’età ellenistica, prima fra tutte quella di Alessandria d’Egitto. quando i regni sorti dopo la morte di Alessandro Magno parlavano greco e custodivano le opere affidate precedentemente all’oralità fissandole nei segni incisi o scritti. La biblioteca era luogo di lettura e di conservazione, ma anche di produzione e di scrittura.
Furono gli Alessandrini a tramandarci, mettendoli per iscritto, i poemi omerici, patrimonio e radice della nostra letteratura secolare. In biblioteca, dunque, e per la biblioteca si scrive, oltre che leggere: le due attività sono complementari.
I due quaderni di nuova produzione sono entrambi carteggi, di cui il generoso possessore ha fatto dono alla biblioteca degli originali, gelosamente conservati e ordinati. Gian Carlo Maria Rivolta è una figura importante nel panorama culturale del nostro tempo: milanese di nascita, proviene da una famiglia lomellina, che gli trasmise, soprattutto attraverso il forte legame affettivo con il padre, l’amore per questa terra, che sente come sua «radice». Giurista di fama, autore di numerose opere di scienze giuridiche, ha svolto un’intensa attività di insegnamento quale docente universitario di Diritto commerciale. Nella produzione letteraria, parallela a quella scientifica, egli ha cercato l’espressione libera e personale delle memorie della sua vita, rievocando personaggi e vicende famigliari, che attraversano la storia di un nucleo parentale lombardo, quale microstoria inserita nello scorrere degli eventi della macrostoria.
I due nuovi quaderni sono costituiti da carteggi ricchi di notizie e di memorie: entrambi rientrano nel rinnovato interesse per questa forma di scrittura, dalla quale si ricavano le condizioni di vita, le relazioni personali e sociali, legami con le vicende storiche, come le guerre, l’emigrazione, le situazioni economiche e simili. Se il genere dei carteggi è comune tra i due esemplari in analisi, diversi sono il contenuto delle lettere, la forma, le caratteristiche umane e sociali dei mittenti/destinatari. Il quaderno «Numero 14», curato da Benedetta Monaco con impeccabile rigore scientifico e competenza specialistica, già nel titolo e sottotitolo colloca l’opera nell’ambito della corrispondenza di persone illustri, artefici di uno stile elevato anche nei momenti «famigliari»: «Carteggi sotto la lente - Narratori e saggisti dialogano con Gian Carlo Maria Rivolta». Ma il giurista e scrittore di chiara fama non giudica meritevoli di conservazione e di studio solo carteggi di persone illustri, ma anche le lettere di gente umile, capaci di offrire quadri di storie quotidiane, di difficoltà lavorative, di sacrifici comuni.
A questa categoria appartiene l’altro quaderno, «Numero 13», dal significativo titolo «Mia Lomellina bella - Gioie e dolori della nostra gente nella corrispondenza familiare del Novecento». Si tratta questa volta di un congruo numero di lettere ricevute e/o spedite dal padre del professor Rivolta e gelosamente conservate in famiglia. Ora, illustrate e “raccontate” in prima persona e con spontanea partecipazione memoriale da Gian Carlo Maria Rivolta, sono patrimonio della biblioteca di Mortara, a disposizione anche dei giovani studenti, per ricerche e approfondimenti della storia di tutti. Non può sfuggire la forza emotiva del titolo, concentrata nei due aggettivi «mia» e «bella», bella come il manzoniano «cielo di Lombardia». Giova concludere con le parole del professor Goffi sull’opera di Gian Carlo Maria Rivolta: un significativo contributo alla conoscenza e al dialogo interculturale, del quale un giurista umanista e letterato come il professore è autorevolmente testimone e interprete.
Maria Forni