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MORTARA - Si chiama Associazione di promozione sociale “Sant’Albino” e i sui membri si occuperanno della manutenzione ordinaria del verde dell’abbazia e dell’oratorio, delle pulizie ordinarie e straordinarie della chiesa e della sala Capitolare e, soprattutto, dell’accoglienza dei pellegrini. Sono questi i compiti attributi all’associazione presieduta da Maria Forni stabiliti nella convenzione stipulata con il Comune di Mortara. L’accordo durerà 10 anni, fino al 31 marzo 2034. In questo modo l’ente pubblico demanda la gestione di tutti gli aspetti civili legati all’abbazia di Sant’Albino alla neonata associazione che ha tra i suoi soci fondatori, oltre a Maria Forni, anche Ezio Gè, Luigi Ferraris, Alberto Gallo e Giovanni Patrucchi. Un passaggio, quello della nascita dell’associazione, strettamente connesso alla convenzione stipulata nel dicembre 2022 tra Comune e diocesi di Vigevano. Infatti da quel momento c’è stata, per così dire, una separazione delle competenze.  A Cesare ciò che è di Cesare e... al Vescovo ciò che è del Vescovo. Al Comune di Mortara spetta la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’immobile. Mentre per quanto concerne l’amministrazione del culto tutte le decisioni, come logico che sia,  spetteranno al Vescovo.  La stessa convezione con la diocesi stabilisce che le offerte per le celebrazioni liturgiche e le collette resteranno di pertinenza del Rettore della chiesa. Invece i contributi dello Stato, di enti pubblici o di privati in favore degli edifici costituenti il complesso abbaziale, le opere di carattere artistico, la loro manutenzione, la loro conservazione o restauro, sono di spettanza del Comune di Mortara. L’amministrazione avrà anche la possibilità di usare la struttura per eventi extra liturgici purché non siano già previste nella stessa data delle funzioni liturgiche. Infine attività di concerto o di carattere culturale dovranno essere confacenti alla sacralità del luogo, così come specificato nella convenzione. 

Luca Degrandi