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Si è conclusa la prima parte dei lavori. Poi servirà… la generosità dei mortaresi. La chiesa di Santa Veneranda è tornata ad ospitare, da pochi giorni, la celebrazione della Santa Messa: i lavori di restauro hanno conferito dignità all’edificio sacro che ospita i resti mortali di Santa Veneranda. Resta da completare il recupero dell’aspetto decorativo degli stucchi ed è possibile prevedere il restauro degli affreschi comparsi nella cappella di Sant’Anna. Poi, per completare il restauro, ci sarebbe l’intervento sulla volta della chiesa. Ma servono soldi. Parecchi soldi, una cifra stimata attorno agli 85mila euro. Quattrini che la parrocchia non ha. L’ultima eredità che la parrocchia di San Lorenzo ha ricevuto, specificatamente per la chiesa di Santa Veneranda, è stata quella di Giovanna Rina Mantica. Ma quel gruzzolo si è ormai esaurito. 
“È evidente che il prossimo intervento dovrà essere quello sulla volta: quelle decorazioni, da quando sono state fatte, non sono mai state restaurate. – spiega il parroco don Marco Torti – La prima fase dell’intervento di restauro è stata, di fatto, terminata, poi procederemo in base alle risorse a disposizione. La chiesa è tornata finalmente ad avere un aspetto gradevole”. La prudenza di don Torti lascia intendere che serve un’iniezione di generosità dal parte dei mortaresi per proseguire nell’opera di restauro. 
Si tratta di custodire e tramandare un ricco patrimonio di fede e arte: una responsabilità che non può gravare solamente sulle spalle della parrocchia, ma deve essere l’intera città a farsene carico. 
La chiesa dedicata a San Carlo Borromeo è un grande centro di devozione dal 1633, anno in cui la comunità di Mortara volle sciogliere il voto per la fine della pestilenza costruendo una chiesa proprio sul pozzo da cui bevve il Borromeo nella visita pastorale in città. 
Generazioni di mortaresi si sono inginocchiati davanti ai resti mortali di Santa Veneranda, custoditi in quella chiesa. Alla “santina” la città si è affidata nei momenti più terribili. Alla “santina” la città ha tributato i più grandi onori: gli annali ricordano un’altra visita di un illustre successore del Borromeo, il beato cardinale Ildefonso Schuster. Piissimo abate, insigne biblista e pastore instancabile, anche lui volle onorare Santa Veneranda. Tra i protagonisti della Controriforma cattolica, San Carlo, fu protagonista di una zelante azione pastorale imperniata sulla cura animarum moralizzando i costumi della società e promosse, oltre al culto “interiore”, anche il culto “esteriore”: riti liturgici, preghiere collettive e processioni. In questo modo ravvivò anche la coesione sociale soprattutto dei ceti meno abbienti e più popolari. La chiesa, negli anni, è stata oggetto di una serie considerevole di interventi. Quelli più significativi hanno preso il via nel 2012 con la rimozione dell’intonaco dalle pareti e sono proseguiti con il carotaggio dei muri per liberare la chiesa dall’umidità che saliva dal terreno. Nel 2016 sono state intonacate le pareti interne fino ad un’altezza di circa quattro metri. L’intervento sui decori interni della chiesa, poi, ha permesso di ridare presentabilità ad un luogo di culto, donandogli dignità per ospitare i riti sacri. 
Gli ultimi interventi di restauro hanno preso il via durante il marzo 2021. Le decorazioni all’interno della chiesa, infatti, così come i dipinti della volta risalgono al “secolo breve” e portano la firma di Cesare Tos. In meno di un secolo, tuttavia, le decorazioni hanno dovuto fare i conti con quella che è stata una vera e propria piaga per l’antica chiesa: l’umidità che si arrampicava sulle pareti.
“L’ultimo intervento sulla cappella di Sant’Anna – spiega la mortarese Daniela Bio, che segue la direzione tecnica dei restauri – ha permesso di recuperare l’apparato decorativo seicentesco. È emerso un giallo ocra molto interessante sulle pareti, mentre all’interno della cupola, nella fascia che riporta l’iscrizione con la dedica a Sant’Anna, in accordo con la Soprintendenza si è preferito mantenere l’azzurro oltremare. Si è poi provveduto a ripulire i putti e il cartiglio presenti sull’arco della cappella”. 
Finora sono stati spesi circa 70mila euro per riportare in vita le decorazioni sulle pareti. Per completare i restauri della cappella di Sant’Anna servono circa 15mila euro: questo intervento permetterebbe di restaurare i due affreschi “apparsi” sulle pareti laterali della cappella. Si tratta di un San Luigi Gonzaga e di un Santo vescovo non ancora identificato. 
“La volta della cappella era molto ammalorata. – aggiunge Daniela Bio – Si è dovuto tonalizzare correttamente i colori sull’apparato decorativo novecentesco. È stato poi eseguita l’operazione di descialbo, in quanto gli intonaci erano sani, e quindi la messa in sicurezza delle due cornici, oltre a quella dell’altare”. Un altare che non è “originale”, ma che è stato realizzato nel Novecento. Originariamente, infatti, quella che oggi è la cappella di Sant’Anna era dedicata all’Angelo custode. La tela dell’Angelo, che era ospitata dove oggi c’è quella di Sant’Anna, realizzata da cesare Tos, fino agli interventi del 2012 si trovava sulla parete laterale della chiesa, prima della nicchia della Madonna di Loreto.
Dunque, per concludere le operazioni nella cappella di Sant’Anna servirebbero circa 15mila euro. A questa cifra si dovrebbe poi aggiungere quella stimata di circa 70mila euro per il recupero della volta. Quest’ultimo intervento potrebbe prevedere tra i quattro e i cinque mesi di lavori e sarebbe il completamento dei lavori di restauro. Serve però la generosità dei mortaresi...