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Si chiama Ultimo (in onore del celebre capitano che arrestò Totò Riina) ed è un pastore tedesco di tre anni. È lui il “segugio” chiamato a scovare tracce di sostanze stupefacenti nelle scuole. Il primo controllo si è svolto ieri, martedì 14 novembre, presso la sede dell’istituto Pollini di via Ospedale. La ricerca ha riguardato alcune classi (scelte a campione), corridoi, servizi, aree comuni e il cortile interno della struttura. L’olfatto infallibile di Ultimo ha passato in rassegna le cartelle, ha sorvolato con indifferenza tutt’altro che canina sulle numerose merendine già aperte e ha segnalato gli oggetti “sospetti”. Comincia così la “campagna antidroga” voluta dall’assessore alla sicurezza Laura Gardella. Gli agenti della Polizia Locale non hanno riscontrato evidenti irregolarità. È una buona notizia. Tuttavia il quadrupede ha segnalato alcuni indumenti contaminati dall’odore di qualche sostanza. Ma tutto si è risolto con qualche domanda e una lezione di educazione civica elargita sul posto. Il controllo è iniziato poco dopo l’inizio delle lezioni e si è concluso verso mezzogiorno. Non pochi studenti hanno accolto con una certa felicità la sospensione temporanea delle lezione. Altri hanno preso come una benedizione la possibilità di evitare il compito di matematica. Allo stesso tempo la presenza di un cane antidroga all’interno di una classe, tra i banchi di scuola, con il naso infilato nelle cartelle, può avere l’effetto dirompente di un “pugno nello stomaco”. L’adolescenza è un’età in cui ogni emozione, ogni esperienza viene vissuta in modo esponenziale. Ancora di più se si tratta di una sorta di blitz antidroga. Il dibattito resta quindi aperto: giusto entrare nelle scuole con i cani antidroga? Per l’assessore la risposta è “sì”.  La via resta tracciata. È quella del pugno duro contro le sostanze stupefacenti. Tanto che nei prossimi giorni sono previsti altri controlli da parte degli agenti della Polizia locale, sempre accompagnati dal cane addestrato da un’agenzia specializzata. “Giudico l’esito di questo primo controllo positivo per due ragioni – commenta l’assessore alla sicurezza Laura Gardella -. Da una parte è estremamente positivo il fatto che non siano state rinvenute sostanze stupefacenti all’interno del plesso. Dall’altro la presenza degli agenti avrà certamente un effetto deterrente. Fa capire che con la droga non si scherza e che ci possono essere delle conseguenze, anche penali”. La presenza di un vane antidroga all’interno di una classe, tra i banchi di scuola, con il naso nelle cartelle, può avere l’effetto dirompente di un “pugno nello stomaco”. Il dibattito resta aperto. Repressione prevenzione devono viaggiare di pari passo.