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L’ex sindaco comunista ricorda il suo impegno e la sua grande imparzialità

“Ancora oggi, per ricostruire alcune fasi politiche della storia della città, ricorro alla consultazione dei meticolosi articoli scritti da Giancarlo Torti”: così Giuseppe Abbà, storico sindaco di Mortara dal 1975 al 1982 e dal 1985 al 1991, tratteggia la grande figura del giornalista ed ex direttore de “L’Informatore Lomellino”. Il settimanale è stato lo specchio di vizi e virtù della città dell’oca. Giancarlo Torti ha osservato, riportato e descritto meticolosamente gli anni roventi dell’ascesa del Pci. Pur essendo profondamente cattolico, Giancarlo Torti ha giudicato e osservato con sguardo imparziale l’amministrazione rossa. “Ricordo – racconta Giuseppe Abbà - un episodio avvenuto la sera del Venerdì santo, al mio primo anno da sindaco di Mortara. Mi avviai, dietro il gonfalone del Comune, alla processione. Era il primo anno di Radio Mortara (nel 1976 era esploso il fenomeno delle radio locali) ed era stata creata una postazione sopraelevata (un palchetto) nei pressi della chiesa di Santa Croce per seguire la processione. La radio trasmetteva in diretta, ma la gente in strada la poteva seguire attraverso gli altoparlanti. Chi conduceva la trasmissione era Giancarlo Torti, notoriamente profondamente cattolico. Il tono di quella sera mi sembrava un po’ riecheggiare gli arrivi del Giro d’Italia. Torti descriveva i vari passaggi della processione e, quando vide la nostra delegazione, si mise a gridare «ecco, sta arrivando il signor sindaco, geometra Abbà, ed è accompagnato dal consigliere comunale  signor Federici!». Giancarlo Torti aveva l’abitudine di definire sull’Informatore Lomellino dell’epoca le varie persone con il titolo professionale o, in mancanza di questo, sempre con signor. Anche durante lo svolgimento dei consigli comunali Giancarlo Torti era sempre presente per scrivere la cronaca del dibattito politico. I suoi articoli erano meticolosi, quasi stenografici. Era molto attento e amava Mortara. Alla città e al settimanale ha dedicato tutto il suo impegno”.

Facchinotti e i tempi di Radio Mortara

“Eravamo dei giovani scapestrati, capelloni e rockettari. A metà degli anni Settanta Radio Mortara era un’emittente seguitissima e noi ci divertivamo come matti, alcune volte con scherzi che andavano anche sopra le righe. A dirigere la radio c’era Giancarlo Torti. Serio, educato e gentile. Però anche fermo e deciso nel farci tornare, come si suol dire, nel seminato. Anche in quelle occasione Giancarlo è stato un maestro di vita”. Il primo incontro tra Marco Facchinotti e il padre del giornalismo mortarese avvenne proprio in radio. Poi, al tramonto degli anni Settanta, il loro rapporto di lavoro e collaborazione prosegue anche all’Informatore Lomellino. Dall’etere alla carta stampata. Cambia il mezzo di comunicazione ma non lo stile-Torti. “In quegli anni  - continua Marco Facchinotti - incominciai a collaborare con il settimanale. Anche in quel caso Giancarlo Torti era direttore. Ma per me è stato un vero e proprio maestro. Ho cercato di imparare dal lui, di carpire il suo stile. Di copiarlo, anche. Io mi occupavo soprattutto di cronaca nera. Però facevo anche le foto. Ricordo quando al martedì, a poche ore dalla chiusura dell’edizione che sarebbe stata in edicola il giorno dopo, piombavo in redazione con le ultime foto di cronaca appena scattate. Allora Giancarlo Torti brontolava un po’ per il ritardo, ma subito scattava la corsa per mettere in pagina le ultime immagine che avevo consegnato. Amava questo lavoro e ha dedicato buona parte della sua vita al giornalismo locale. Un uomo d’altri tempi. Educato, gentile, mite, competente, instancabile lavoratore e conoscitore di Mortara. Tuttavia, quando si arrabbiava, sapeva essere risoluto e convincente. Correttezza, sensibilità e gentilezza sono state le caratteristiche che hanno fatto di lui un giornalista apprezzato, rispettato e benvoluto da tutti”.

Ettore Gerosa: uomo d’altri tempi

Un uomo d’altri tempi. Ettore Gerosa, sindaco di Mortara, ricorda con un poco di nostalgia Giancarlo Torti. Un ricordo che risale a una manciata di giorni fa. “Nell’anniversario della strage del Vajont abbiamo dedicato la biblioteca delle medie a Sandra Biscaldi, l’insegnante mortarese che ha perso la vita a Longarone. – ricorda Gerosa – Per l’occasione avevo letto parte di quello che lo stesso Torti aveva scritto su L’Informatore Lomellino poche ore dopo la tragedia. Poi, una sorpresa: alcuni giorni dopo l’intitolazione arrivò una telefonata in municipio, era Giancarlo Torti che mi voleva ringraziare. E pensare che ero io che avrei dovuto ringraziarlo!”. Giancarlo Torti era così: sapeva ancora ringraziare. In un mondo in cui tutto è dovuto, lui sapeva alzare il telefono e regalare una buona parola. Oppure prendeva carta e penna e scriveva una lettera. A mano, quasi come se fosse la sua maniera per essere confidenziale. “Questo suo atteggiamento – aggiunge il sindaco di Mortara – ha dell’eccezionale. Era un uomo di altri tempi e lo ricordiamo con un po’ di nostalgia”.