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TROMELLO – Il tragitto del penitente dall’identità segreta sarà illuminato solo dalle luci delle candele portate a mano dai fedeli. La Processione del Crocione, in programma oggi (giovedì) al termine della messa “In coena Domini” delle 20 e 45, è uno dei riti più sentiti nella tradizione popolare della Lomellina cristiana e anche dei più antichi visto che risale al 1630, anno della “peste manzoniana”. A Tromello la rappresentazione del Giovedì Santo vede al centro un penitente incappucciato, che, secondo la secolare tradizione, deve espiare un peccato grave. La sua identità è nota solo a due persone: il parroco, ora don Francesco Cappa, e il Cireneo che lo affianca nella Via Crucis per le vie del paese. Il penitente, che cambia di anno in anno, porta catene ai piedi nudi trascinate sul selciato e indossa una tunica scarlatta con un cappuccio che gli copre il viso: sulle spalle, una croce di legno del peso di 45 chili. Il percorso inizierà dalla chiesa parrocchiale di San Martino Vescovo per terminare, dopo piazza Campegi e via Trieste, in quella di San Rocco, da sempre venerato come patrono degli appestati. “È probabile che questa tradizione – spiegano dalla parrocchia – sia nata verso il 1630, quando in Lomellina si diffuse la terribile peste che portò a una grande devozione per Rocco di Montpellier, protettore degli appestati, e che la stessa sia stata poi tramandata di generazione in generazione fino ai giorni nostri. Da un documento sappiamo che a Tromello questa usanza era prerogativa della Confraternita di Santa Maria Loretana: si presume che fra Sette e Ottocento la tradizione sia stata trasferita dai fedeli alla chiesa di san Rocco in seguito alla confisca della confraternita da parte del governo napoleonico”. Il Comune ha istituito i divieti di sosta e di transito dalle 20 e 30 in via Dante, via Biscaldi, via Trieste e via Branca, e in piazza Campegi (ex peso pubblico). 

Umberto De Agostino