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GAMBOLO’ - Le cosiddette civiltà “barbariche” e la moda. Due universi apparentemente inconciliabili. Eppure anche i germanici sapevano curare il loro aspetto al pari dei sedicenti più civilizzati coevi Antichi romani. “I Goti oltre la moda - una riflessione sulla diffusione del complesso culturale germanico-orientale alla luce dell’archeologia” è il titolo della conferenza in programma sabato 11 novembre alle 17 presso il Museo archeologico lomellino di Gambolò. A raccontare la moda secondo lo stile barbarico sarà la dottoressa Arancia Boffa, specializzata in archeologia presso l’Università del Sacro cuore di Milano. 
“Le fibule a staffa fuse in argento - spiegano dal museo - decorate a Kerbschnitt, una tipologia di spille considerata tipica delle donne germanico-orientali, sono riconducibili a una moda internazionale di origine pontico-danubiana. Grazie alla mobilità tipica del periodo delle migrazioni, Questa moda venne diffusa a partire dalla metà del V fino, almeno, al secondo terzo del secolo successivo in un vasto areale compreso tra la penisola iberica e la Russia meridionale. Lo studio della distribuzione, produzione e modalità di impiego dei reperti italiani condotti alla luce dei confronti stranieri hanno contribuito alla ricostruzione di alcuni aspetti della cultura germanico-orientale. Nonostante le ampie distanze geografiche, l’appartenenza a questo complesso culturale venne rivendicata e rinnovata con modalità simili per più di un secolo da individui femminili riferiti in letteratura alla compagine politica dei Goti”. 

Riccardo Carena