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PALESTRO – Tonnellate di ghiaia e detriti sparse sui campi. L’appello del sindaco è drammatico. “Fate presto!”. A quasi un mese dall’alluvione non si sa ancora chi dovrà ripulire i terreni agricoli, e soprattutto se Regione Lombardia concederà o meno lo status di calamità. Potrebbe volerci un anno. Se i tempi fossero davvero questi e se non arrivassero aiuti rischia perfino di saltare l’aratura. Danni che si aggiungono a quelli “in tempo reale” causati dall’acqua che sabato 3 ottobre è uscita come impazzita dal Sesia. “Sia a Palestro sia nella frazione di Pizzarosto, sulle due sponde del Sesia – dice il sindaco di Palestro, Giuseppe Cirronis – ha ceduto l’argine interno, e la ghiaia si è “spalmata” sui campi. Sono arrivati due funzionari della Regione, dicendoci che la pulizia non è di loro competenza. Ci sono anche tronchi d’albero e blocchi di cemento. Materiale fuori dalla portata degli agricoltori. Anche Aipo, l’Agenzia Interregionale per il fiume Po, se ne è tirata fuori. La mia ultima carta da giocare è l’ente regionale di bonifica. Si tratta di un problema enorme. Alcuni hanno perso perfino le mietitrebbie. Qui l’agricoltura è in ginocchio”. Pizzarosto è a 800 metri dal fiume, eppure c’erano più di tre metri d’acqua. Si era rotto l’argine interno. Se anche l’argine maestro avesse ceduto tutti i paesi andavano sotto, comprese località anche più lontane come Pezzana, nel Vercellese. “Fino alle 6 e 30 del mattino del 3 ottobre – è il racconto di Cirronis – l’acqua era alta ma regolare, e neanche pioveva più. In mezz’ora è successo l’inferno. Qualcuno avrà sbagliato, non può essere casuale. Soprattutto, nessuno dei paesi a monte ha avvisato. Sarebbe bello e soprattutto utile avere una centrale d’allerta che possa dare l’allarme in tempo. Non possiamo intervenire quando ormai la piena è alle porte del paese. Se ci fosse stato un preavviso saremmo riusciti a spostare le mietitrebbie dai campi, a salvare i mobili. Avremmo messo i sacchetti di sabbia Alcune aziende lamentano più di 200 mila euro di danni”. La terra rimossa dalla centrale idroelettrica Edison e accumulata per la futura pista di mountain bike (i cui tempi si allungheranno) è stata molto utile. “Il problema – conclude il sindaco di Palestro – oltre alla malagestione nei momenti concitati dell’alluvione, è che i tempi delle decisioni sono lunghi. La Regione lavora perlopiù in smartworking. Di indennizzi semmai arrivassero se ne parlerà nel 2021. Lo status di calamità verrà assegnato solo se i danni coinvolgeranno più del 50 per cento del territorio, ma ancora devono fare le verifiche. Tutto è in ritardo, ci dicano cosa dobbiamo fare”.Davide Maniac