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MORTARA - Ci mancavano solo i leoni. Per tutto il resto, il “Pacchetto Africa” è stato consegnato completo all’ultratleta mortarese Giovanni Tinelli, 74 primavere e un’energia che non sembra volersi esaurire: sabbia, dune, deserto, traguardo. Ma anche la disidratazione, scoperta solo a impresa compiuta, che lo ha costretto a dover assumere sali minerali allo stato solido - letteralmente gemme di sale - altrimenti le gambe non si sarebbero più placate e avrebbero continuato a muoversi ancora e ancora. Prima ancora una caduta, pericolosissima sulle dune cangianti che sotto alle linee sinuose della sabbia nascondono la nuda roccia che taglia e ferisce. Tunisia, Africa. Nello specifico si trattava della 21esima edizione della “100 Km del Sahara”, manifestazione sportiva estrema, che si poteva affrontare di corsa, oppure camminando, con la possibilità di partecipare alla formula ridotta - si fa per dire - di soli cinquanta chilometri. E’ stata quella scelta da Giovanni Tinelli, ma non lo saprà nessuno. Già perché alla fine di tutto, durante la cerimonia di premiazione, gli hanno consegnato la targa relativa alla prova dei cento chilometri. “Sì sono sbagliati - ammette il mortarese - ma anche i cinquanta chilometri, in quelle condizioni, sono stati per me un’impresa titanica, che volevo portare a termine con tutte le mie forze. E ce l’ho fatta”. Ha tagliato il traguardo con il sorriso, al termine di cinque giorni nel deserto in cui ha affrontato il percorso diviso per sezioni. Dalla partenza, il 30 ottobre, fino all’ultimo tratto di 15 chilometri del 3 novembre. In mezzo anche dei passaggi notturni, per un percorso che si snodava nel cuore del Sahara. Punto di partenza e di arrivo, per ogni singola giornata di marcia, portata a termine con il solo ausilio delle racchette era sempre il medesimo. Dal campo base del “Tiniri Camp”, un’autentica oasi nel deserto versione deluxe, con servizi, tende e tutto il necessario per sopravvivere in condizioni estreme. Piscina compresa, per il tuffo della vittoria una volta completata l’impresa. “Inizialmente - svela Giovanni Tinelli - mi stavo allenando per partecipare a una manifestazione simile, ma che si sarebbe dovuta svolgere in Namibia. Poi è stata annullata, così insieme agli altri tesserati della Born2Run di Reggio Emilia, che nasce dall’agenzia di viaggi Melville e che si occupa di organizzare questo genere di viaggi riservati ai runner, come ero io un tempo, ma anche ai camminatori, come lo sono da alcuni anni”. Sì perché a un certo punto il cuore di Giovanni Tinelli gli ha chiesto una tregua. “Sono sempre stato un corridore - ammette - ma da alcuni anni il cardiologo mi ha ordinato di proseguire...camminando. Basta corse”. Di sicuro non è rimasto fermo. “All’inizio dell’anno - racconta - ho iniziato a preparare questa nuova sfida. Camminavo nelle nostre campagne, intorno a Mortara, per alcuni chilometri al giorno, ma sceglievo le ore più calde per abituarmi a quello che avrei trovato nel deserto”. In realtà, una volta sul posto, Giovanni Tinelli scopre che il Sahara è caldo, certo, ma non così tanto. “L’umidità dell’estate lomellina è decisamente più difficile da vincere rispetto al caldo secco del deserto. Il vero problema, durante una delle cinque frazioni della prova, sono state le insidie delle dune e una tempesta di sabbia che ha completamente fatto volare via tutte le segnalazioni e i riferimenti del percorso. In più, salendo un’altura, sono caduto rischiando di ferirmi con le rocce che si celano appuntite sotto la sabbia. Fortunatamente non ho avuto conseguenze, ma un altro concorrente è rimasto ferito in una circostanza simile”. La marcia quotidiana prevedeva una sorta di percorso a margherita, con punto di partenza e di arrivo sempre dal Tiniri Camp. “Sette chilometri e mezzo - prosegue - li abbiamo coperti di notte, muniti di torce ovviamente. Durante il cammino cercavo di guardare le luci davanti a me, per non smarrirmi, ma non era così semplice, perché tra una duna e l’altra i segnali luminosi dei miei compagni di viaggio, ma anche avversari sportivamente parlando, scomparivano dietro la sabbia”. Al termine della lunga prova, il meritato traguardo. “Non riuscivo più a stare fermo - confessa - le gambe continuavano a muoversi perché ero disidratato, hanno dovuto somministrarmi il sale”. La sete, quella di avventura si intende, non gli è però certo passata: prossimo obiettivo Formentera a giugno, per un’altra... passeggiata estrema. 

Riccardo Carena