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Ancora! San Cassiano concede il bis e replica il successo dello scorso maggio al Palio della Santa Croce. Erano da poco passate le 17 di domenica scorsa, 4 maggio, quando in piazza Vittorio Emanuele II è esplosa la gioia biancoverde: la contrada più titolata della città, guidata ancora una volta da Francesco Collivignarelli, ha vinto la quinta edizione del Palio di maggio. 
I biancoverdi scrivono ancora una volta il loro nome nell’albo d’oro del Palio mortarese: la seconda vittoria primaverile va così ad aggiungersi alle 17 nel Palio di settembre maturate dal 1970 ad oggi. 
San Cassiano si presentava ai nastri di partenza riconfermando la squadra vittoriosa nel 2024, ma le altre contrade avevano provveduto a rinforzarsi durante il lungo inverno paliesco. Tra i pronostici della vigilia circolava una voce: sarebbe stata battaglia. E così è stato.
Ma la regia di Collivignarelli ha provveduto a scrivere un copione su misura per la sua squadra: l’arciere elvetico Nicolò Trosi e i giocatori Francesco Picconi, Fabio Oliveri, Domenico Valle e Lorenzo “Magic” Bianchi. 
La sfida si apre sotto gli occhi di Ludovico il Moro e Beatrice d’Este, impersonati da Andrea Pintus (che ha sostituito Mattia Callegaris, costretto allo stop da una indisposizione) e Matilde Perfetto. Accanto alla coppia ducale il sindaco Ettore Gerosa, il vicesindaco Laura Gardella e gli assessori Ivan Giacomel e Piera Angela Salsa. 
Le sei contrade si sono affrontate in una serie di giochi storici per poi lasciare spazio agli arcieri, elemento caratterizzante del Palio mortarese. Giudice insindacabile della sfida: il cancelliere Andrea Ghiro, affiancato dai giudici supervisori Thomas Cazzavacca e Andrea Tiozzo. 
Nella prima sfida San Cassiano e Sant’Albino provano subito l’allungo, seguite dal terzetto Braide, San Dionigi e Moro, poi la Torre. Dalla marna piena di paglia, i biancoverdi e biancoblu fanno il pieno di dobloni, mentre la contrada di palazzo Lateranense chiude sorprendentemente all’ultimo posto. 
Secondo gioco in programma è il lancio del borcchiere. Dopo la prima tornata di lanci restano in vita solo San Cassiano, Torre e Sant’Albino.  Dopo la seconda sfida si delinea la classifica finale che vede primeggiare la Torre davanti a San Cassiano. 
Nel lancio degli anelli si vede improvvisamente San Dionigi che ottiene il massimo die punti assieme alla Torre. I gialloneri provano a succhiare la coda a San Cassiano superando nella classifica parziale gli alleati di Sant’Albino.
Poi è la volta della prova di tiro con l’arco che sembra una partita di “ciapa no”. Colpa del vento? Forse... Sta di fatto che vincono Braide e Moro: i tre punti sulle sagome ne fruttano ben 10 nella classifica parziale. A questo punto tutte le contrade sono racchiuse in soli 8 punti.
Il tiro alla fune rimette ordine alla classifica parziale che, a questo punto, vede la Torre (32), San Cassiano (31), Sant’Albino (28), più staccati tutti gli altri.
Le contrade si presentano all’ultimo gioco con la tensione che si taglia con il coltello. L’ultima sfida inizia dopo un riconteggio dei punti della classifica parziale.
Partono forte San Cassiano, Torre e Sant’Albino. Ma il passo di Lorenzo “Magic” Bianchi è letale. Quella di Magic è una sinfonia di movimenti coordinati: avanza con la grazia di Rudol’f Nureev, ma è letale come il morso di un mamba nero.
Bianchi taglia il traguardo ed esplode la festa, mentre i ritardatari completano la loro corsa.
In piazza un gran boato (quello del colpo di cannone...) chiude il Palio della Santa Croce. Premiazione, foto di rito e via al “giro d’onore” per le strade di una Mortara che ha ritrovato la sua festa patronale minacciata dal maltempo e dal ponte del primo maggio. 
E mentre i biancoverdi festeggiano, cala il sipario su una festa che continua a crescere anno dopo anno dal 2019. Grazie alle contrade.