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Sabato sul palco dell’auditorium “Città di Mortara” i segreti e la storia della magia andranno in scena per opera del prestigiatore Aurelio Paviato, conosciuto in tutto il mondo nel settore dell’arte della prestigiazione. Alle 21 comincerà uno spettacolo di micromagia ricco di storia e di sorprese, le “Storie di un artigiano di illusioni”, adatto ad un pubblico composto da persone da un’età adolescenziale.
“In realtà – introduce il prestigiatore Aurelio Paviato – micromagia è un termine impreciso che si è cominciato ad usare negli anni ’90 quando partecipavo al Costanzo show, dopo aver vinto i campionati mondiali di prestigiazione. È una traduzione impropria del termine inglese ‘close up magic’, che sarebbe meglio tradurre con ‘magia da primo piano’. Infatti, non si tratta di numeri che sono difficili da vedere da parte dal pubblico. Anzi, tutti saranno ben visibili e leggibili, anche se fatti con oggetti come monete e carte. Ma, ripeto, sono tutti ben visibili”.
Nei numeri messi in scena da Paviato non ci si deve aspettare quello che si è abituati a vedere in televisione. È una premessa doverosa: “Nello spettacolo che porterò in scena – spiega – andrò a recuperare un’antica tradizione di prestigio. Presenterò diversi personaggi creando una cornice in modo che lo spettatore possa comprendere che dietro a ogni numero c’è una tradizione, una cultura, un affinamento di quest’arte, che storicamente poi ha viaggiato anche con altre credenze magiche. Ricordo, ad esempio, l’inglese Reginald Scot, membro del parlamento inglese, che nel 1584 ha pubblicato un libro dal titolo ‘The discoverie of Witchcraft’. Era rimasto molto turbato da alcuni processi a presunte streghe e così ha voluto fare chiarezza sulle origini della stregoneria. Quel che a noi interessa è che sono presenti una ventina di pagine dedicate ai giochi di prestigio. Uno di questi lo porterò in scena in chiave moderna e attuale”.
L’obiettivo di Aurelio Paviato è quello di far scoprire al pubblico che cosa sia la prestigiazione nella sua vera essenza. L’arte si è tramandata di generazione in generazione attraverso i libri.
“Nella mia biblioteca – confessa – ho circa duemila libri su questo argomento. È un dato importante perché mostra il processo di diffusione della cultura della prestigiazione. Parrebbe forse curioso che un’arte che deve celare i suoi segreti sia diffusa attraverso i libri. Però è un argomento, che in realtà, percorre la storia della prestigiazione e ha causato anche dei fraintendimenti. L’approccio può essere quello di rivelare i trucchi oppure di nasconderli e di creare un alone di mistero che potrebbe portare a frodi. Penso al caso delle sorelle Fox e la nascita dello spiritismo. Organizzavano in casa loro delle sedute in cui comparivano misteriosamente scritte o oggetti in posti in cui prima non si trovavano. Col perseverare di questi incontri si è diffusa la credenza dello spiritismo, tanto che, quando hanno confessato che tutto era una frode, era ormai troppo tardi e la gente aveva iniziato a crederci per davvero. La diffusione di questa credenza era diventata troppo ampia per poterla fermare. Ma non per questo la prestigiazione è fatta solo di trucchi o inganni”. Anche Mortara ha dato il suo contributo. Infatti, il 21 marzo del 1853 ha dato i natali a Giuseppe Ferraris, in arte Folletto. Amante maniacale dell’arte della prestigiazione, la sua carriera ha raggiunto l’apice del Teatro Robert Houdini di Parigi, che era stato acquistato da un altro personaggio, Georges Méliès, uno dei padri del cinema, ma ancora prima grande prestigiatore.
“Lo spettacolo che propongo – prosegue Aurelio Paviato – è divertente e leggero, ma vorrei che lo spettatore uscisse da teatro con qualcosa in più. Lo porto in scena da dieci anni circa, ma ho iniziato a studiarlo e approntarlo da circa vent’anni. Purtroppo, in Italia la prestigiazione non è molto ben vista e per questo lavoro molto all’estero come in Spagna o nelle Americhe. Credo che ci sia troppa diffidenza. Se la confrontiamo con il cinema e il teatro credo che l’arte della prestigiazione possa portare in scienza qualcosa di surreale che sembra stia avvenendo per davvero. Riesce a dare una visione che vada oltre al rompicapo in sé. Con piacere ricordo di qualcuno che mi ha detto di aver visto cose che io in realtà sono sicuro di non aver mai fatto. È un modo per evocare atmosfere e situazioni che sfidano la memoria e la percezione umane”.
Aurelio Paviato ha cominciato la sua avventura nel mondo della prestigiazione in età adolescenziale. Il suo maestro è stato Salvatore Vinci, vigevanese, che gli ha insegnato le basi della prestigiazione e gli ha fatto poi scoprire il CLAM di Milano da cui si è aperto un mondo.
“A me – conclude – hanno sempre affascinato le persone: ho sempre prestato attenzione alle loro reazioni alla vita e al modo di comportarsi di tutti i giorni. Poi mi hanno sempre più interessato i meccanismi mentali che soggiacciono alla percezione. Come raccontavo prima alcune persone mi hanno riportato alcune cose impossibili che io sono sicuro di non aver fatto ma che a loro sembra di aver percepito. È come se ci fosse stata una mitologizzazione dell’evento nei meccanismi della memoria. Infine, mi interessa molto anche la simbologia dei vari giochi”.

Vittorio Orsina