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Una sceneggiatura teatrale. Un testo forte. E’ l’ultima sfida letteraria di Bernardino Prella e si chiama “La grande nera”.  Si alza il sipario e in scena entra il degrado di una periferia. Sopra corre un viadotto, sotto solo erbacce e immondizia intrappolata tra una vegetazione che cresce senza senso. Poi ancora: pneumatici, bidoni, bottiglie, cartacce e sacchetti di plastica intrappolati nella ragnatela di sterpi. Al centro della scena un’auto di grossa cilindrata, un bolide malandato proprio come lo scenario che lo circonda. L’automobile è ammaccata, i finestrini sono tenuti assieme dal nastro adesivo. Ma ciò che più colpisce è un tubo di gomma che collega la marmitta con l’interno dell’abitacolo. Si tratta di un suicidio. L’arma è di quelle più temibili: il monossido di carbonio. All’interno dell’auto tre giovani, fuori il frinire delle cicale. E’ questo l’inizio de “La grande nera”, l’ultima fatica letteraria firmata da Prella e pensata per il palcoscenico. La scrittura è una valvola di sfogo per Bernardino Prella, qui esce il Dino… quello vero. Galliatese di nascita, Prella è mortarese a tutti gli effetti. Ma è anomalo. Non ha nulla di questa terra: non ha la sua timidità, il suo laissez faire, il suo “piattume”. Bernardino Prella è una delle persone più curiose che stanno su questa Terra, è ironico e divertente. La sua produzione letteraria è un fuoco d’artificio. E forse sarà proprio per questo che impazzisce per la nebbia. Quella che sta per arrivare, pesante e bagnata… l’esatto contrario del suo carattere solare. Dino Prella è una piacevole contraddizione, è un uomo che ha deciso di non prendere la vita troppo sul serio: rischierebbe di annoiarsi! Da una trentina d’anni, anno più anno meno, Dino Prella segue la pubblicità di questo settimanale. Nella sua mente ha i clienti schedati uno a uno: sa qual è il loro profumo preferito, conosce le loro passioni. Sa dove amano andare in vacanza e si ricorda il nome del gattino che vive nella casa del cliente. Il mestiere difficile del pubblicitario sembra calzato apposta per “il Dino”. Una macchina da guerra. Lui, venditore e scrittore, sa trattare cose intangibili: la pubblicità e le emozioni che uno scritto sa regalare. Per anni collaboratore della Rivista Culturale “Tempo Sensibile”, è stato premiato in molti Concorsi Letterari, sia per l’edito che per l’inedito. Ha vinto anche il Premio nazionale di poesia “Città di Mortara” nel 1992. Suoi scritti sono apparsi in diverse Riviste e Antologie. È autore di numerosi libri. Per la narrativa: Il Proleghese (1978), La breve passione di Noemi (1992), Il fallito sequestro del Presidente (1993), La Battaglia di Valle Armonia (2000, per ragazzi), Uno strappo nell’anima (2003), Brevi Storie Bestiali (2018) e L’uccisore del padre (2022). Per la poesia: La fucina delle percezioni (1973), L’uomo simbionte (1974), Combray addio! (1983), Animali (1999, anche per teatro) e Streghetta (2019).Nel filone teatrale, “La grande nera” si aggiunge a L’Uguaglianza (1973) e Pasticcio bulgaro (2001). Il volume può essere acquistato online al costo di 3,63 euro su Amazon. Di prossima uscita, sempre su Amazon, Lettera al generale Vanacci.