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MORTARA - Falso come una moneta da tre euro. È il testamento “colombiano” di Silvio Berlusconi, quello che era stato esibito pochi giorni dopo la morte del Cav dall’imprenditore torinese Marco Di Nunzio. A scoprirlo è stato (anche) Stefano Martinazzo, commercialista, “segugio” contabile e membro del nuovo cda di As Mortara e di LD Reti, società partecipata di A2A al 95,6% e dell’ex municipalizzata cittadina al 4,40%.

IL SEGUGIO

Il mortarese non è nuovo a imprese di questo tipo: si ricorda il suo ruolo di primo piano nella famigerata questione dei 49 milioni di euro della Lega Nord, dei diamanti in Tanzania e della laurea albanese del “trota” alias Renzo Bossi. Ma ha messo il naso anche nelle faccende legate al memorabile “Air Force Renzi”, l’aereo di Stato di seconda mano ormai fuori produzione da anni (era un Airbus A340 quadrimotore) che sarebbe costato a tutti noi cittadini più di 80 milioni di euro.  Stefano Martinazzo ha alle spalle ha una Laurea in Economia bancaria, finanziaria e assicurativa alla Cattolica, Dottore commercialista iscritto all’Ordine di Milano, componente delle commissioni del medesimo Ordine “Governance delle Società Quotate” e “Ausiliari del Giudice Penale” e Revisore legale dei conti iscritto al registro del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Dallo scorso luglio fa parte del gruppo di lavoro voluto dall’Ordine dei giornalisti della Lombardia per fornire un supporto sul giornalismo d’inchiesta. Stefano Martinazzo ha maturato oltre vent’anni di esperienza come fraud auditor e Consulente Tecnico dell’AG, dapprima presso il dipartimento di Forensic Accounting & Litigation di KPMG Advisory S.p.A., poi presso la società JNP Forensic S.r.l. e, successivamente, presso AXERTA S.p.A.

I FATTI

A una manciata di ore dalla morte di Silvio Berlusconi, Marco Di Nunzio aveva comunicato urbi et orbi di essere erede di una parte dei beni del Cav. Lo aveva fatto con una mail, un messaggio di posta elettronica certificata, inviata ad Arrigo Roveda, notaio “di fiducia” della famiglia Berlusconi. La missiva, tra gli altri, era arrivata anche a Fininvest. Già perché secondo il testamento “colombiano”, il Di Nunzio avrebbe ereditato, oltre a vari beni, anche il due per cento di Fininvest. Secondo l’imprenditore torinese, silvio Berlusconi avrebbe sottoscritto il testamento il 21 settembre 2021 in colombia, davanti al notaio Jimenez Najera Mazgarita Rosa.

L'INDAGINE

Ovviamente era tutto falso. Marco Di Nunzio sembra avvezzo alla patacca: il torinese era già noto per truffe alle assicurazioni e persino per la creazione di liste civetta alle elezioni alle elezioni regionali della Lombardia. La lista non fu ammessa per irregolarità nella raccolta delle firme, praticamente come il testamento colombiano. Il 55enne torinese, per ora, l’unica cosa che ha guadagnato è una bella indagine per falsità di testamento, ma anche per estorsione e truffa: indagano il pm Roberta Amadeo e il procuratore Marcello Viola. Nelle scorse settimane è stata depositata la perizia commissionata dall’avvocato Giorgio Perroni, che aveva incaricato la società Axerta, specificatamente Stefano Martinazzo, di passare al setaccio mail e documenti prodotti dal Di Nunzio. Il responso è stato inequivocabile: è tutto taroccato. Il finto testamento era stato creato con un banalissimo convertitore word-pdf il 15 giugno 2023 alle 17 e 40. Altro che Colombia 2021! Di Nunzio invia al notaio Roveda il testamento farlocco via mail il 16 giugno. Oltre al notaio, la missiva arriva anche a Fininvest. Poi ripete la comunicazione tre giorni dopo. Secondo la ricostruzione del quotidiano La Verità, nessuno casca nel tranello e il 22 giugno l’imprenditore piemontese ripete l’invio del messaggio di posta elettronica aggiungendo ai destinatari anche il direttore dell’Ansa, la Farnesina e il consolato colombiano. S’è dimenticato del Vaticano! Gli unici a cascare nel tranello sono quelli de Il fatto quotidiano…

IL FALSO

I falsari sono ben altri, qui siamo davanti ad un tentativo estremamente goffo. Il finto testamento era stato creato cercando su internet il testamento vero e la firma del Cav. Poi è stato fatto un collage ed ecco il testamento “colombiano”. Tutto è stato smascherato da Stefano Martinazzo, partner della società Axerta. Addirittura la firma di Silvio Berlusconi era stata scaricata sul pc dopo aver effettuato su internet la ricerca “firma Berlusconi”. In tutto questo copia-incolla dai risvolti incredibilmente fantozziani, il 55enne è stato anche denunciato dal notaio Jimenez Najera Mazgarita Rosa. Insomma, più che alla storia del crimine, Di Nunzio è destinato a passare alla storia della barzelletta.