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E’ tutto «troppo» al Festival di Amadeus: troppi concorrenti, troppo lungo, «troppi giovani semisconosciuti che destabilizzano la classifica». Le parole tra virgolette sono di Sergio Ranieri, il massimo esperto mortarese della kermesse ligure. Sergio Ranieri è il «nome di battaglia» con il quale Sergio Santini si intrufolava negli anni Novanta dietro le quinte del Festival della canzone italiana in qualità di inviato speciale della indimenticabile avventura a frequenze chiamata «Rtm 99.300», per tutti «Radio Mortara». Sergio Ranieri: tanto introdotto, tanto furbo, tanto enormemente innamorato della manifestazione da riuscire a regalare ai radioascoltatori lomellini (la radio si poteva sentire anche oltre i confini cittadini) il vincitore di un’edizione in anteprima mondiale. Un record non certificato, ma che ci piace credere vero. 
“Ricordo come se fosse ieri - svela il bancario Sergio Santini, in arte Sergio Ranieri - l’edizione vinta da Giorgia nel 1995. Mi trovavo nella sala stampa in prossimità dell’Ariston, con l’accredito da giornalista da inviato di Radio Mortara. Notai subito una certa agitazione, era evidente che di lì a breve Pippo Baudo avrebbe annunciato il vincitore. Ai giornalisti veniva comunicato qualche secondo prima e mi accorsi che qualcuno della produzione mostrava un numero con le mani. Ho capito al volo che il riferimento non poteva essere che quello assegnato a ciascun cantante, così ho collegato immediatamente al nome di Giorgia, che era in gara con la bellissima «Come saprei». Non ci pensai due volte e in diretta lo comunicai ai nostri ascoltatori, che vennero a saperlo alcuni minuti prima dei milioni di telespettatori a casa. Fu uno dei tanti momenti indimenticabili che ho vissuto a Sanremo grazie a Radio Mortara. Durante gli anni da «inviato speciale», durante i quali utilizzavo lo pseudonimo di «Sergio Ranieri» in onore di uno dei miei cantanti preferiti, Massimo, ho avuto la possibilità di conoscere da vicino i miti della musica e del mondo dello spettacolo italiano e internazionale”. E le foto che Sergio Santini custodisce gelosamente come un autentico tesoro lo testimoniano più di ogni altra parola. 
“Il mio mito assoluto - prosegue - resterà sempre Raffaella Carrà. E’ stato un grande onore per me averla potuta conoscere. All’Ariston ho potuto incontrare anche altri grandissimi, come Mariella Nava oppure cantanti allora emergenti come Laura Pausini, quando ancora non era famosissima, o la stessa Irene Grandi, agli inizi della carriera”. 
Ma anche Toto Cutugno, scomparso ad agosto dello scorso anno e che senza dubbio verrà omaggiato nell’edizione 2024 del Festival della canzone italiana. 
“Ricordo con grande affetto - conclude Sergio «Ranieri» Santini - la compianta Irene Fargo, ci ha lasciati a luglio del 2022. E’ una delle foto alla quale sono più legato, insieme a quella con Raffaella Carrà scattata in tempi più recenti”.

Riccardo Carena