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La cultura non va in vacanza con “Destinazione Oporto”. Il musicista e ricercatore mortarese Roberto Allegro, ispettore per gli studi risorgimentali dell’Istituto nazionale per la guardia d’onore alle Reali tombe del Pantheon, torna a parlare di Risorgimento con un volume che restituisce prestigio a un sovrano, re Carlo Alberto di Savoia, che la storia ricorda con il nome di Re Tentenna o Italo Amleto. Gli stereotipi, secondo Allegro, ci restituiscono una figura di Carlo Alberto ridimensionata nel suo valore e nella sua statura. Per questo motivo il libro, che si intitola “Destinazione Oporto. L’ultimo viaggio dell’Italo Amleto”, racconta quella parte di storia che non si studia a scuola, l’ultimo viaggio di Carlo Alberto, il suo ritiro a Oporto, in Portogallo, e le riflessioni del sovrano sui su errori e sconfitte.
“Nel volume – illustra il maestro Roberto Allegro – analizziamo quale eredità raccoglie re Carlo Alberto e storicamente dove si colloca. Carlo Felice, il sovrano precedente, fu l’ultimo monarca assoluto di Casa Savoia. Carlo Alberto, invece, fu un grande innovatore. Con lo Statuto Albertino, rimasto in vigore come carta costituzionale fino al 1946, il re liberalizzò il culto e introdusse numerose novità nel regno. Ha dovuto affrontare tante difficoltà: è stato l’ultimo re di Sardegna. A lui viene lasciata da Carlo Felice un eredità assolutista, complessa da gestire, mentre Carlo Alberto, quando abdica, lascia una Nazione, il Regno di Sardegna, pronta ad attuare il processo di unificazione dell’Italia, nonostante le cocenti sconfitte subite a Mortara e a Novara”. Nel 1849, dopo la pesante disfatta avvenuta nella seconda fase della Prima guerra d’indipendenza contro gli austriaci, e le sconfitte nelle battaglie di Mortara e di Novara, le condizioni di un armistizio firmato da Carlo Alberto sarebbero state pesantissime. Il sovrano sceglie, dunque, di fare un passo indietro e di abdicare. Così facendo, favorisce la stipula del trattato di Vignale, siglato dal figlio Vittorio Emanuele II e dal maresciallo Radetzky.
“A questo punto – spiega Roberto Allegro – Carlo Alberto decide di andare verso l’estremo del mondo, affinché nessuno potesse pensare a un suo eventuale ritorno. Si allontana, pur non essendo lui il principale responsabile della grave sconfitta. Il suo errore, dopo l’armistizio Salasco che sancì la conclusione della prima fase del conflitto, fu quello di ascoltare i conservatori che volevano proseguire la guerra. Carlo Alberto si lasciò influenzare dalla politica”. Le fonti utilizzate per la stesura del volume sono le memorie trascritte dai funzionari dello stato sardo che scortarono oppure raggiunsero Carlo Alberto a Oporto. “L’ex sovrano – dichiara il ricercatore mortarese – parte da Novara con due attendenti e un cocchiere, assumendo il titolo di conte di Bargè. Il libro è una cronaca giornaliera del suo viaggio. A Oporto, il sovrano arriva povero. Qui entra in gioco un’interessante figura, l’ambasciatore del Regno di Sardegna in Portogallo Gerolamo Bobone, originario di Sanremo, che sovvenziona Carlo nelle prime necessità. Il volume, poi, segue gli ultimi mesi di vita del sovrano. Carlo Alberto, in effetti, già non godeva di ottima salute, e il viaggio lo prova ulteriormente. Possiamo dire che Carlo muore lasciandosi morire: interpreta Novara come un insuccesso personale, dal momento che non è stato in grado di unificare l’Italia. A questo si aggiungono tutte le patologie di cui soffriva. La sua salma viene successivamente riportata in Italia. Carlo Alberto si sente nel suo animo italiano, e sceglie di essere sepolto a Torino, a differenza del suo predecessore Carlo Felice, il quale, invece, era stato sepolto ad Altacomba, in Francia”.
Il libro “Destinazione Oporto” sarà presentato tra l’autunno del 2023 e la primavera del 2024 nei luoghi dove Carlo Alberto ha soggiornato. Sarà presentato anche a Mortara il 21 marzo 2024 in Borsa merci, alla presenza anche delle più alte autorità militari e civili, in occasione del 175esimo anniversario della Battaglia del 1849.

Massimiliano Farrell