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MEDE – Una sinergia fortissima tra attore, video, musiche e luci: Antonio Trentin, il protagonista, studia per diventare maestro, ma lo scoppio della Prima guerra mondiale infrange il suo sogno e lo porta al fronte. Si presenta così «Solo - Una vita», fortunato spettacolo interpretato dal celebre attore Lorenzo Flaherty che approda anche a Mede, al teatro Besostri, sabato 24 febbraio alle 21. Trama: “Antonio Trentin, il protagonista, vent’anni, classe 1894, vorrebbe intraprendere la carriera dell’insegnamento, ma, sfortunatamente, lo scoppio della Grande Guerra interrompe tutto. Antonio è il solo personaggio a essere sulla scena, interpretato da Lorenzo Flaherty, mentre tutte le altre figure, il padre, la madre, la sorella, il “Professore”, sono proiezioni, ombre, citazioni, allusioni, entità senza corpo, senza anima, rappresentazioni di un ruolo, di una carica, di un concetto. La guerra è, pertanto, la sublimazione all’eccesso di un disagio che Antonio percepisce ma non ha la cultura e la dialettica per esprimerlo, poiché nessuno gliene ha trasmesso gli strumenti, né la scuola, né la famiglia, né, tanto meno, la società”.
“Solo – Una vita” è una tragedia in tre atti: il primo colloca Antonio entro i confini della famiglia, della scuola e del gruppo di amici. Nel secondo la guerra si avvicina a lui, turbandone gli equilibri sociali. Nel terzo si assiste alla progressiva distruzione della sua psiche e della sua identità. “Lo spettacolo –afferma la drammaturga e regista Monica Massone – tramite il realismo e la credibilità con cui si è cercato di costruire il personaggio di Antonio, la sua rete di relazioni sociali e la circostanza storica e storico–culturale entro cui agisce, vuole essere, altresì, l’esplorazione di una mente in disgregazione, che è costretta a godere della miseria psichica, propria e altrui. La mia scrittura e regia sia in origine, che durante l’allestimento dell’opera, hanno trasposto, con calibrata misuratezza, azioni, gesti e principi d’uso comune per la tecnologia del XXI secolo all’agire quotidiano di inizio Novecento del protagonista. La scelta di integrare elementi di innovazione, nonché la futuribilità di atti e azioni, a una pièce ambientata durante la Grande Guerra allude al rischio contemporaneo di rendere l’essere umano schiavo della tecnica, similmente a quanto il primo conflitto mondiale fece con importanti scoperte scientifiche, riconvertite in armi di distruzione di massa”. La video-scenografia, diretta dal regista Sergio Angelo Notti, è stata realizzata mediante filmati d’epoca, shooting in location che hanno conservato l’estetica rurale di inizio XX secolo e, in parte, tramite l’intelligenza artificiale. Contribuisce a rafforzare il pathos attraverso la sintonia dell’immagine con l’unico personaggio sulla scena. “Solo – Una vita” è anche un omaggio di riconoscenza a chi donò la vita per obbedire a degli ordini di morte. è lo sforzo di restituire una dignità a milioni di uomini, oltraggiati dalla guerra, uniformati e dimenticati, nomi, cognomi, professioni, talenti, ambizioni, progetti, speranze prima che soldati, schiacciati sotto il peso della storia. Si tratta anche dell’invito a studiarla, la storia, per immedesimarsi in una condizione, per pensare come chi ci ha preceduto e, per similitudine, intuire di essere stati tutti oggetto di manipolazione e di sfruttamento, per liberarsi, si spera, dalla coatta accettazione della guerra come espediente per ottenere una “pace” provvisoria, avvisaglia di un nuovo prossimo conflitto.  

Davide Maniaci