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MORTARA - Tutti in piazza a Mortara per dire sì alla costruzione di pace, per unire le voci e pensare ad un agire differente. 
Per chiedere il cessate il fuoco in Ucraina, Palestina e in tutte le zone di conflitto del mondo. Sabato 24 febbraio alle ore 17 in piazza del Municipio, insieme alla Rete Italiana Pace e Disarmo e a centinaia di altre realtà in ogni angolo del nostro paese, il Coordinamento per la Pace di Vigevano e Lomellina propone un presidio statico per fermare la criminale follia di tutte le guerre, la corsa al riarmo e la distruzione del pianeta. 
“Infuria la guerra in moltissimi paesi del mondo – commentano Massimiliano Farrell, Adriano Arlenghi, Isabella Vierzi (nella foto) e Giuseppe Vullo, tra i promotori dell’iniziativa – producendo centinaia di migliaia di vittime, feriti e mutilati innocenti, distruzioni, malattie e fame. La lista è lunga: dall’Ucraina alla Palestina, dalla Siria all’Iraq, all’Afghanistan, allo Yemen. 
I conflitti armati divorano quasi metà del continente africano. 
Noi come Coordinamento per la Pace di Vigevano e Lomellina siamo qui oggi per ribadire che l’Italia, con la sua Costituzione antifascista, deve prendere posizione e dire basta alla guerra”. 
A tavolino si devono decidere percorsi per l’educazione alla pace, non istruire i giovani all’utilizzo delle armi e alla violenza. Laddove Stati e Governi basano il proprio operato sulle recriminazioni dell’uno a discapito dell’altro e il ricorso agli armamenti e all’industria bellica, per mostrare la propria potenza, diventa impossibile la risoluzione dei conflitti.
“Vogliamo che il dialogo internazionale – ribadiscono gli organizzatori – si basi sui principi di collaborazione, partecipazione, inclusione, tolleranza, circolarità, sostenibilità, eguaglianza, giustizia tra popoli. Il pianeta viene sconvolto nelle sue risorse, mettendo in pericolo le future generazioni. Si allarga il divario tra i ricchi e i poveri. 
Fame, miseria e malattie imperversano ancora negli angoli del mondo emarginati e dimenticati. Milioni di diseredati, fuggendo dalla propria terra, faticano a trovare sopravvivenza, un riparo dignitoso, una mano amica, mentre le super potenze inneggiano in continuazione all’individualismo, all’intolleranza e alla paura. Noi rappresentanti dell’associazionismo, del volontariato, della società civile e, in primis, cittadini del mondo, vogliamo invece continuare a sognare e prodigarci, affinché si possano attuare reali pratiche di pace”. 
Sognare, ma soprattutto dialogare e agire per realizzare società senza conflitti e sfruttamento, dove razzismo e intolleranza lascino il posto al fiorire della fratellanza tra i popoli, dove la mano dell’uomo serva a far germogliare il pianeta e non a distruggerlo, dove i miliardi di euro, spesi oggi per le armi, vengano utilizzati invece per salvare vite e vittime di povertà e miseria. Un mondo ed un tempo dove non ci siano confini e dove si possa affermare finalmente che la guerra è uscita dalla Storia.