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SAN GIORGIO – I resti mortali di Renzo Filiberti arriveranno sabato a San Giorgio per essere tumulati nella zona militare del cimitero locale. L’autiere morto il 17 giugno 1944 in un campo di prigionia polacco potrà così riposare nel paese d’origine. Alle 15 l’urna contenente le spoglie di Filiberti arriverà nella chiesa parrocchiale, dove don Mirko Montagnoli celebrerà la funzione commemorativa: saranno presenti le autorità locali, i collaboratori della biblioteca e gli alunni della scuola elementare. 
Dopo che nei mesi scorsi il Comune di San Giorgio era stato contattato dal ministero della Difesa, le volontarie della biblioteca si sono attivate per riportare a casa i resti di Renzo in accordo con sua nipote Renza Celada. 
“Era un internato militare – spiega Adriana Vicini, studiosa di storia locale – nato nel 1921 a Cergnago in una famiglia di contadini: dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, Renzo fu preso prigioniero dai tedeschi e inviato allo Stalag 344 di Lamsdorf, oggi Lambinowice nell’alta Slesia al confine con la Repubblica Ceca”. 
Verso la fine del gennaio 1945 l’avanzata dell’Armata rossa aveva costretto la Wermacht a evacuare gli internati in grado di camminare verso la Germania centrale, ma i militari più deboli morirono nello Stalag: fra loro, il 23enne Renzo. 
“La notizia della morte di sessanta militari italiani – aggiunge Vicini – era stata raccolta dal cappellano militare don Italo Mazza, anch’egli internato a Lamsdorf: un suo elenco era stato depositato a Bolzano, al momento del rientro in Italia alla fine della guerra. Poco tempo dopo, la morte dell’autiere sarà segnalata alla famiglia dal parroco di San Giorgio, contattato dalle autorità altoatesine”. L’elenco dei morti era noto, ma non il luogo della sepoltura: solo due anni fa, un drone aveva identificato il luogo esatto.

Umberto De Agostino