Gambolò, misteri del cosmo saranno meno... misteriosi: il prof Gianluca Introzzi svelerà le leggi di Keplero e di Brahe

GAMBOLO’ - Per una volta non si scava, ma si guarda all’insù. Per il ciclo di incontri dal titolo «La rivoluzione scientifica e l’astronomia», infatti, al Museo archeologico lomellino di Gambolò è atteso Gianluca Introzzi. Il docente universitario, il prossimo sabato, 7 giugno, alle 17, condurrà il pubblico alla scoperta di due scienziati che hanno rivoluzionato l’astronomia: Johannes Kepler, universalmente conosciuto come Keplero e Tycho Brahe. Sarà un vero e proprio «Scontro tra Titani» della scienza, almeno questo è il presupposto degli organizzatori che hanno intitolato in questo modo l’appuntamento. Ne parlerà Gianluca Introzzi. E’ stato alunno del collegio Borromeo e si è laureato in fisica all’Università di Pavia. Dopo la specializzazione e il dottorato di ricerca, ha lavorato in fisica delle particelle elementari al Fermilab di Chicago e al Cern di Ginevra. Docente all’Università di Pavia, insegna «Fondamenti della fisica» ed «Elementi di fisica moderna». Svolge un’intensa attività divulgativa su temi legati alla storia e alla filosofia delle scienze, con particolare riguardo alla fisica e all’astronomia. E’ co-autore, con Niccolò Guicciardini, del libro «Fisica quantistica. Una introduzione» (Carocci, 2007). Ha recentemente pubblicato, con Giovanni Mastrogiovanni, «Meccanica quantistica: un’introduzione. Onde, derivate e integrali per capire una teoria fisica fondamentale» (KDP, 2025). Inoltre è membro dell’Accademia roveretana degli agiati e dell’Accademia ligure di scienze e lettere. I «protagonisti» del pomeriggio sono noti a tutti, ma è sempre bene un ripasso. Brahe ha dato il nome al Il «sistema ticonico» (o «ticoniano»), un modello del sistema solare proposto nel 1588 dall’astronomo danese, che creò nuova strumentazione astronomica e fece le osservazioni più accurate mai fatte prima dell’invenzione del telescopio. Keplero formulò tre leggi che allo stesso modo del «collega» portano il suo stesso nome. La prima, fondamentale, ha dimostrato che i pianeti del sistema solare seguono un’orbita ellittica avente la stella in uno dei due fuochi. La seconda: il segmento che unisce il centro del Sole con il centro del pianeta, detto raggio vettore, copre aree uguali in tempi uguali. E infine la terza: «I quadrati dei tempi che i pianeti impiegano a percorrere le loro orbite sono proporzionali al cubo delle loro distanze medie dal Sole». Tutto chiaro, no? Probabilmente l’enunciazione delle leggi dei due geni dell’astronomia genera più domande che risposte. Per fare chiarezza, anche nel buio cosmico dell’universo, il «faro» sarà il professor Gianluca Introzzi, che nell’incontro che rivolge a un pubblico ampio saprà spiegare, con parole semplici, le scoperte dei due grandi astronomi.
Riccardo Carena