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PIEVE DEL CAIRO – “Davanti a questo palazzo in cui viveva è stato rapito il 14 aprile 1975 e in seguito ucciso Carlo Saronio, ingegnere chimico e ricercatore. La sua storia continua in Fondazione Darefrutto”. Milano e la Lomellina unite nel ricordo del giovane imprenditore che legò il suo destino al terrorismo degli anni Settanta venendo ucciso a soli 25 anni. Una targa in sua memoria è stata scoperta domenica a Milano, in corso Venezia, dal nipote padre Piero Masolo e dai familiari: presenti anche i rappresentanti della fondazione che a Pieve del Cairo, nelle campagne verso Mede, gestisce le tenute San Marzano e Mercurina. Il nipote padre Piero ha lasciato un ricordo dello zio materno su Facebook. “Caro zio, sei un giovane simpatizzante di Potere Operaio, capace di nascondere Carlo Fioroni credendolo un amico e di accogliere in casa nostra alla Mercurina gli incontri segreti tra Curcio e Negri. Sei un giovane impegnato: in Gioventù studentesca nell’andare a insegnare nella Bassa milanese; a Quarto Oggiaro per organizzare una media serale e un doposcuola per ragazzi e mamme, e in missione in Brasile a far costruire l’ospedale di padre Arioli. Sei un credente che vuole discernere i segni dei tempi, come scrivi tu, e che passa la sua ultima Settimana Santa, nel 1975, da padre Turoldo all’abbazia di Fontanella. Sei un ricercatore appassionato all’istituto Mario Negri a Milano, e a Filadelfia con il professor Chance. Non ti risparmi ore e ore di laboratorio e in pochi anni pubblichi una ventina di articoli specialistici di biochimica. Caro zio, le sfaccettature della tua personalità sono molte di più: a scuola sei un secchione, al limite dell’antipatia, come mi ha raccontato qualche tuo compagno di liceo. Ti laurei con lode a 23 anni in Ingegneria chimica, ma ti interessa la ricerca e vorresti iscriverti a una seconda laurea in Medicina. Cresci in una famiglia vecchio stampo, borghese, che può permettersi tutto, e sei l’ultimo di tre figli, il solo maschio: hai tutte le scuse per essere viziato, invece ti dai da fare, vuoi reggerti con le tue gambe. Hai le tue passioni: ami le belle auto, quelle che vanno veloce, e a un certo punto compri una Porsche. Quando te la rubano, la cambi con un’utilitaria qualsiasi. Sei timido, impacciato, riservato, molto sensibile, ma sai tirar fuori il coraggio per conquistare Silvia, e anche farla arrivare da Milano fino a Filadelfia di nascosto. C’è un’intensità di vita nei tuoi 25 anni. E c’è complessità: tieni insieme situazioni e persone opposte, sembri contraddittorio, ma in realtà cammini sulle linee di frattura del tuo tempo, senza paura di farti etichettare e senza il bisogno di farti intruppare”. Nel 1974 Carlo Saronio, ricercatore all’istituto “Mario Negri” di Milano e simpatizzante di Potere operaio, aveva accolto nella casa di caccia della tenuta Mercurina diversi esponenti della sinistra extraparlamentare, fra cui alcuni fondatori delle Brigate rosse. L’episodio è inserito nel libro “Quello che non ti dicono” (Mondadori), presentato quattro anni fa dall’autore Mario Calabresi proprio nella tenuta nelle campagne fra Pieve del Cairo e Mede. Il libro racconta la storia di Carlo Saronio, rampollo dell’alta borghesia milanese che nel 1975 sarà rapito e ucciso dai militanti del Fronte armato rivoluzionario operaio, gruppo fuoriuscito da Potere operaio. Negli anni Cinquanta la proprietà lomellina era stata acquistata dall’imprenditore chimico Piero Saronio, a capo delle industrie farmaceutiche “Carlo Erba”, che, da amante della caccia, metterà a disposizione la riserva di Pieve del Cairo ad amici e persone influenti, fra cui Enrico Mattei, fondatore e presidente dell’Eni.

Umberto De Agostino