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BREME – Nessun mezzo privo di autorizzazione può transitare sugli argini dei fiumi, come dispone la cartellonistica sulle rampe d’accesso. Lo ha ricordato la sede alessandrina dell’Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo), competente anche per i Comuni di Breme, Candia, Langosco, Rosasco e Palestro. La nota di Luca Franzi, dirigente della Direzione idrografica Piemonte orientale, ha messo in allarme i sindaci della Lomellina nordoccidentale, che, dopo il posizionamento dei divieti d’accesso sugli argini, temono anche maggiori costi a carico dei bilanci comunali per la manutenzione dei tratti arginali rovinati dal passaggio di “convogli agricoli con rimorchi ribaltabili o carri cisterna con carichi di portata di parecchie tonnellate, autovetture, cicli e motocicli”. L’Aipo fa riferimento ai transiti non autorizzati sugli argini rilevati nei sopralluoghi eseguiti dal personale tecnico nell’ambito delle attività istituzionali di monitoraggio e di vigilanza. Divieti contenuti anche nel regio decreto sulle opere idrauliche del 1904, citato da Franzi per ricordare che gli argini non rivestono comunque la funzione di strade, ma di piste di servizio “per le attività istituzionali di polizia idraulica e di vigilanza durante gli eventi di piena”. La soluzione prospettata dall’Aipo è l’invio di una richiesta “per acquisire la regolare concessione” per il transito da parte dei Comuni, delle aziende agricole e dei privati “unicamente per motivate esigenze di accessibilità a fondi altrimenti non raggiungibili tramite l’utilizzo dell’ordinaria viabilità”. “Però il semplice cittadino – spiega il sindaco di Breme Cesarina Guazzora – che volesse raggiungere l’area golenale per pescare o semplicemente farsi una passeggiata dovrà lasciare l’autovettura o il ciclomotore a diversi chilometri dal fiume. Fra l’altro, i Comuni citati nella nota dell’Aipo sono piccoli e non hanno la possibilità di coprire nemmeno in parte i costi destinati alle eventuali manutenzioni del sedime. Chiederò dunque all’Aipo che sia garantita la viabilità degli argini da parte dei cittadini, che dovranno comunque utilizzare il sedime in modo decoroso”.  Da parte sua, il sindaco di Candia Antonio Brianta propone ai Comuni un tavolo tecnico per la stesura di un documento condiviso da inviare all’Aipo.

Umberto De Agostino