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ROBBIO - Quando si tratta di cucina, noi italiani sentiamo sempre di primeggiare tra gli altri popoli, soprattutto per la lunga e antica tradizione che ci portiamo dietro. Ma quanto c’è di vero in tutto ciò?  “Niente, o comunque poco. La tradizione dopotutto è un qualcosa nato di recente per evitare la paura del cambiamento”.  Questa risposta schietta è stata data dal vigevanese Davide Maniaci, che terrà questo giovedì alle 15 e 30 una lezione gratuita all’Università del tempo libero di Robbio sulla storia della cucina. Giornalista professionista e anche nostro apprezzato collaboratore, laureato in storia, Maniaci in 36 anni d’età ha visitato più di quaranta stati diversi, e di questi si è sempre interessato visceralmente dell’aspetto culinario.  “Unendo due delle mie più grandi passioni, la storia ed il viaggio, ho incominciato a ricercare la vera storia di numerosi cibi considerati tradizionali. La bella scoperta è che praticamente nessuno lo era. Basti prendere un piatto che rappresenta l’italianità come la carbonara: si può pensare che abbia una storia antichissima ma è comparso a Roma appena ottant’anni fa. Nasce infatti nel secondo Dopoguerra, dopo che gli americani, risalendo e liberando l’Italia, mangiavano ciò che si erano portati indietro, come bacon e panna, a cui aggiungevano quello che trovavano localmente come la pasta. Questo spiega perché la prima testimonianza della carbonara sia a Chicago. Di questo tipo - conclude il giornalista-  ci sono migliaia di esempi in tutto il mondo, di cui parlerò quanto posso durante l’appuntamento di giovedì”.

m.c.