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MEDE – Il territorio lomellino visto dagli occhi e dalle fonti degli storici che in precedenza avevano già raccontato le “gesta” dei suoi protagonisti. La tesi di laurea in storia medievale di Margherita Dimino è speciale per due motivi. Il primo: è fatta bene, e descrive “storie, tradizioni, cultura, guerre e sofferenze” grazie alle testimonianze di Carlo Calvi, Rolando Di Bari e Luigi Portalupi, storici di professione. Il secondo è che il relatore è Alessandro Barbero, senza dubbio il divulgatore italiano più famoso nel tema, seguito da decine di migliaia di persone. Margherita Dimino si è infatti laureata in Scienze filosofiche con una tesi di storia medievale all’Università del Piemonte orientale, dove Alessandro Barbero insegna.
La tesi verrà presentata sabato 11 febbraio alle 15 e 30 presso la sala Verde del castello "Sangiuliani" di Mede, con l’introduzione dell’assessore alla Cultura, Patrizia Cei. “Qualche giorno dopo la mia discussione di laurea – spiega la protagonista – venni direttamente contattata dal sindaco di Mede Giorgio Guardamagna, sottolineando il fatto che fosse affascinato da una tesi sulla Lomellina redatta da una giovane studentessa del luogo stesso. Io ho 25 anni e vivo a Sartirana. Attualmente sto inseguendo il sogno di diventare una professoressa di sostegno alle scuole secondarie di secondo grado per poter aiutare quei ragazzi un po’ meno fortunati studiando per il test di ammissione al Tfa presso l’Università cattolica del Sacro cuore di Milano, nel frattempo sto apprendendo il mestiere di insegnante come supplente alle scuole primarie”. Il bisogno di parlare, nella tesi, della Lomellina era dettato dal fatto che oggi il nostro territorio attraversa un momento difficile, dove diversi fattori tra loro correlati come calo della natalità, la riduzione dei servizi, infrastrutture non adeguate unite alla scarsità di offerte lavorative, tendono a convergere verso un eccessivo invecchiamento della popolazione ed abbandono dei piccoli centri abitati. “Ritengo importante – aggiunge – conoscere tumultuosi secoli antichi delle genti del posto al fine di comprendere le cause delle debolezze politiche, delle sconfitte militari e delle dominazioni subite”. E poi c’è Barbero, il valore aggiunto, anche se lui l’11 a Mede non ci sarà. “Inevitabile affermare – conclude la giovane – che lavorare con lui per me è stato un onore ed un piacere. Non avrei mai pensato che potesse accettare la mia proposta di tesi, fin da subito mi ha messo a mio agio. Mi ha insegnato molte cose, mi ha seguita in ogni mio passo, dandomi i giusti consigli ma lasciando sempre spazio alle mie idee”.

Davide Maniaci