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C’è chi dice no al “superantennone” per la trasmissione dati super veloce. Soprattutto se la strumentazione per la telefonia spunta all’improvviso vicino a casa, in via De Cantiano. La protesta arriva proprio da una residente della zona, tra via De Cantiano e via Montessori, che non ha esitato ad inviare una lettera indirizzata al sindaco. Ma non è tutto, infatti il “caso” è immediatamente diventato anche politico. Infatti Giuseppe Abbà, consigliere comunale del Partito della rifondazione comunista, ha presentato in municipio un’interpellanza per avere risposte ufficiali da parete dell’amministrazione. “Una cittadina mortarese – spiega l’esponente dell’opposizione - ha inviato al sindaco e alle associazioni ambientaliste una richiesta di chiarimenti a causa della preoccupazione nata per aver visto all’opera in via De Cantiano dei rilevamenti e in quanto, dalle prime informazioni, ha saputo della prossima installazione di un’antenna di telefonia mobile riconducibile al 5G. Di questa tecnologia è stata chiesta, da parte di molti scienziati ogni continente, la moratoria in attesa di capire gli effetti della nuova generazione tecnologica sulla salute umana per le radiazioni elettromagnetiche e quindi la necessità di nuova sperimentazione da parte di centri di ricerca indipendenti anche per l’ovvio principio di cautela. Ricordo che già nel consiglio comunale di Mortara era stata discussa una mozione del sottoscritto per la moratoria del 5G e che su questa mozione, pur respinta dalla maggioranza, il sindaco dell’epoca aveva dato assicurazioni che a Mortara non era previsto nulla del genere, difatti a quel tempo si parlava di Cergnago e Castello D’Agogna”. Le cose però sono cambiate nel marzo del 2022. La giunta comunale in carica all’epoca, ma prossima alla scadenza, deliberò la concessione alla società Iliad di un’area di 36 metri quadrati in cambio di un compenso di 12mila euro. A questo prezzo è stato concesso a Iliad il permesso per l’installazione di un’antenna per la telefonia mobile. “Ritengo opportuno – insiste Giuseppe Abbà – soprassedere a tale installazione, quanto meno in attesa di risultati certi da parte di centri di ricerca indipendenti”. Le preoccupazioni di associazioni e scienziati nei confronti della nuova tecnologia riconducibile al 5G non è nuova. Già nel 2019 oltre 2mila persone avevano sottoscritto una petizione on-line per chiedere la moratoria sulla rete 5G. La politica nazionale, regionale, provinciale e comunale non ha saputo, o voluto, fermare nessun tipo di “invasione”. Della proliferazione delle discariche, all’abnorme uso di fanghi nelle superfici agricole della Lomellina, ricordando anche gli inceneritori e le numerose centrali elettriche. La Lomellina è sempre stata un’area di facile conquista. Eppure secondo quanto pubblicato dall’Istituto Ramazzini (Centro di ricerca sul cancro Cesare Maltoni) sono emersi aumenti statisticamente significativi nell’incidenza di tumori rari delle cellule nervose del cuore nei ratti maschi del gruppo esposto all’intensità di campo più alta, simile a quella del 5G. Sono poi quasi duecento gli scienziati indipendenti che hanno sottoscritto l’appello internazionale per una moratoria del 5G.Luca Degra