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VIGEVANO – La politica locale e lombarda in lutto: è morto Domenico Contestabile. Senatore della Repubblica, fu sottosegretario al Ministero di Grazia e Giustizia del primo governo Berlusconi. Rieletto al Senato nel collegio di Vigevano alle elezioni del 1996, venne eletto vice presidente del Senato e alle elezioni del 2001 viene nuovamente eletto nel collegio di Vigevano. Resta in carica fino al 2006, anno in cui dice addio alla politica. Domenico Contestabile, per tutti i suoi amici “Memmo”, si è spento venerdì scorso, 28 ottobre, all’età di 85 anni. A dare l’annuncio è stato suo figlio, Giordano Bruno, con un post su Facebook: “Mio padre è morto stamane, dopo una vita lunga, piena di amici, di avventure e di successo. Una vita piena, il che mi è confermato dai molti messaggi che sto ricevendo dai suoi amici di una vita, dai compagni di partito, dagli avvocati e politici con cui ha lavorato, dalle persone che lo conoscevano e lo stimavano”. Nato a Teano, in provincia di Caserta, nel 1937, Contestabile si era laureato in Giurisprudenza diventando poi avvocato. Si era avvicinato alla politica abbracciando la causa socialista ed è rimasto nel Psi fino a quando il partito è stato distrutto da Tangentopoli. Nel 1994, con la “discesa in campo” di Silvio Berlusconi ha aderito a Forza Italia. È stato sottosegretario al Ministero di Grazia e Giustizia del Berlusconi I, dal ‘94 fino al gennaio dell’anno seguente quando si è consumato il famigerato “ribaltone” che ha visto protagonista Umberto Bossi. Nel 1996 vinse l’uninominale di Vigevano con il 37,77% dei consensi, pari 58.254 voti; cinque anni più tardi arrivò al 47,37% e venne rieletto con 72.296 voti.Nel 2006, in una intervista rilasciata al Corriere della Sera, parlò di quei pochi mesi che lo videro lavorare fianco a fianco con il ministro Alfredo Biondi: “Ricordo bene i mesi trascorsi al ministero della Giustizia: col ministro Biondi fummo i protagonisti del tentativo fallito, però generoso, di riportare la giustizia sui binari della normalità”. Nella diaspora socialista scelse Forza Italia e non rinnegò mai la sua amicizia con Bettino Craxi. Uomo di sconfinata cultura, amava la filosofia medievale, aveva una spiccata ironia e sapeva stemperare ogni momento con il suo senso dell’umorism