Login / Abbonati

BORGOLAVEZZARO - Un onore tanto apprezzato, quanto meritato. Ricade indubbiamente nella più classica definizione di «notizia» il fatto che Borgolavezzaro, uno tra gli innumerevoli comuni piemontesi al di sotto dei cinquemila abitanti, sia stato scelto per rappresentare l’intera regione.
L’àmbito, in senso lato, è quello culturale. Più nello specifico si tratta di arte.
Infatti l’occasione è quella della sesta edizione della manifestazione di respiro nazionale «Una Boccata d’Arte». 
Si tratta di un progetto d’arte contemporanea diffuso lungo tutta la penisola italiana, ideato dalla fondazione «Elpis», che ha scelto appunto il borgo novarese di Borgolavezzaro per accogliere un intervento inedito per l’intero Piemonte. 
Firmata dall’artista Bibi Manavi (franco-iraniana nata nel 1991) e curata da Veronica Botta, l’esposizione artistica (fotografia soprattutto, ma anche quadri) si intitola «Flessione Riflesso». 
La collezione sarà visibile al pubblico a partire da domenica 29 giugno, con l’inaugurazione dell’esposizione alle 15.
A Borgolavezzaro, nel cuore di un territorio profondamente segnato dalla tradizione risicola, l’intervento «site-specific» di Bibi Manavi prende forma nel «Dormitorio delle Mondine» di cascina Caccia. 
L’installazione «Flessione Riflesso» si sviluppa in un paesaggio tessile sospeso, dove immagini tratte da archivi idraulici e rurali evocano gesti, strumenti, mappe e pratiche in trasformazione. 
L’acqua attraversa l’opera come materia viva e memoria silenziosa, intrecciando le trame del paesaggio: dai canali di irrigazione osservati dall’alto alle strutture vegetali indagate al microscopio. 
Le immagini, ora nitide ora sbiadite, si sovrappongono su tessuti con diverse trasparenze, creando stratificazioni visive che richiamano l’interdipendenza tra ambiente e azione umana. 
L’installazione restituisce così una riflessione sensibile su come i corpi, i saperi e l’acqua plasmino reciprocamente il territorio.
“Borgolavezzaro - descrive così Stefano Rossi, consigliere comunale - è il comune più a sud della provincia di Novara e con il suo territorio pianeggiante è dominato dalla coltivazione del riso. Di origine romana, il borgo è stato fondato nuovamente nel 1254 riunendo i villaggi di Astelo e Caronno, come Borgo Franco dal podestà Lavezarius di Novara, che ne ha favorito lo sviluppo economico e sociale. A caratterizzare l’architettura del borgo sono il settecentesco palazzo «Longoni» e alcune chiese, tra cui la chiesa di San Rocco. In aperta campagna, inoltre, sorge il complesso rurale «Caccia», edificato nel Cinquecento dalla nobile famiglia omonima, che presenta alcune tracce barocche”.
L’esposizione di Bibi Manavi durerà per ben tre mesi, fino al 28 settembre e si colloca all’interno del ben più ampio progetto nazionale «b’a - una boccata d’arte» che ha selezionato venti artisti complessivi, in rappresentanza di ciascuna regione italiana, tra i comuni al di sotto dei cinquemila abitanti. E che sono una miriade sparsi per tutta la penisola. Un risultato, per Borgolavezzaro, di assoluto prestigio, che consente il paese a due passi dal confine con la Lomellina di poter rappresentare l’intera regione piemontese in un palcoscenico di respiro nazionale.
Il giovane talento Bibi Manavi diventa così ambasciatrice del Borgo.
“Sono attratta - spiega l’artista - da ciò che si trova sul punto di scomparire, dalle tracce lasciate nell’acqua, nel suolo, nei gesti. Questa installazione è un modo per tracciare queste impronte che svaniscono e renderle di nuovo visibili, anche se solo per un breve istante”.
«Una Boccata d’Arte» è il progetto d’arte contemporanea ideato nel 2020 da Marina Nissim, presidente della fondazione «Elpis». Si tratta dell’unica iniziativa in Italia che opera su tutto il territorio nazionale offrendo un itinerario culturale che attraversa l’Italia da Nord a Sud, da Est a Ovest attraverso i linguaggi dell’arte del nostro tempo. Il formato si basa sul coinvolgimento, ogni anno, di venti artisti, italiani e internazionali, invitati a intervenire in venti piccoli centri abitati con meno di cinquemila abitanti, uno per ciascuna delle venti regioni italiane. Gli artisti selezionati provengono da Paesi, culture ed esperienze linguistiche sempre differenti, con un’attenzione particolare alle nuove generazioni e alla capacità di proporre progetti pensati per coinvolgere le comunità locali in maniera inclusiva e partecipativa, generando insieme nuovi immaginari. L’invito prevede sempre un periodo di residenza sul territorio per la progettazione di interventi «site-specific» che sono quindi frutto di un percorso di esplorazione delle tradizioni vernacolari e di ascolto dei saperi artigianali e delle energie preesistenti.

Riccardo Carena