Login / Abbonati

MORTARA - Contrada la Torre offre mercoledì 18 giugno alle 17 e 30 un incontro divulgativo incentrato su un racconto dei principali fatti artistici avvenuti in Lombardia nel corso del XIV secolo, un po’ prima del caro ai mortaresi periodo sforzesco, epoca in cui si può dire che nasce “l’arte lombarda”. Si mettono insieme, ovvero, tutte quelle premesse che poi diventeranno arcinote con artisti maggiormente in voga, primo fra tutti il Caravaggio. Relatore il vicepresidente della contrada, Vittorio Orsina. L’incontro si svolgerà soprattutto attraverso la visione di immagini, cercando di immedesimare il racconto non nelle parole ma nelle opere stesse, così da creare un percorso “provato dai fatti” e non dalle idee. L’equazione che solitamente funziona nella vulgata è Trecento uguale a Giotto e in realtà anche in questo caso funziona, perché il grande genio toscano è stato a Milano e ha lasciato forse il suo più esteso ciclo andato irrimediabilmente distrutto. C’erano già degli artisti che avevano provato a interpretarne le nuove idee spaziali, per esempio il Maestro degli Evangelisti Visconti, un grazioso affrescante lombardo il cui catalogo si ricostruisce a partire da quanto lasciato a Sant’Eustorgio nella cappella dei Visconti. Il contatto della cultura lombarda con Giotto e viceversa diventa poi determinante per tutti i fatti che arrivano anche dopo. La storia si infittisce ma basti ricordare al momento solamente alcuni artisti che hanno gravitato in Lombardia o che ne sono originari, come Giovanni da Milano, che in Santa Croce a Firenze ha lasciato uno dei più intensi cicli dell’arte italiana nella cappella Rinuccini (nella foto a lato), oppure Giusto de’ Menabuoi, famoso per il battistero padovano o il grande romanziere del Trecento padano, Altichiero. Alla fine del secolo i rapporti tra arte centroitaliana e arte lombarda cambiano perché durante la signoria di Gian Galeazzo Visconti, 1385-1402, Milano e le sue terre diventano le più splendenti e folgoranti della penisola. Basti pensare poi anche all’internazionalizzazione dell’arte locale grazie ai contatti anche dinastici con la Francia e al grande cantiere del Duomo di Milano, che rende la città uno dei principali centri di quello che viene normalmente chiamato il “Gotico internazionale”.