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MORTARA – Una bicicletta come oggetto del contendere della rissa che ha insanguinato la stazione di Mortara, luogo ormai insicuro e preda di bande di balordi come testimoniano i tanti episodi recenti di violenza. 
Domenica scorsa alle 17 e 30 due giovani dovevano partire per Milano. Entrambi originari del Bangladesh, hanno 24 e 27 anni. 
Due uomini, ventenni marocchini, si sono avvicinati ai bengalesi per sottrarre la bici mentre stavano chiacchierando sulla banchina in attesa del treno. 
Quando se ne sono accorti, è scattata la colluttazione. I malviventi, poi svaniti nel nulla, hanno estratto un coltello dalla lama corta e hanno ferito uno di loro al volto, e l’altro al ventre. 
Quest’ultimo presentava le condizioni più serie ed è stato trasportato in codice giallo al policlinico San Matteo di Pavia. Per l’altro, codice verde al civile di Vigevano. Sul posto due automediche e due ambulanze, della Croce Azzurra Vigevanese e della Croce Rossa di Mortara oltre ai carabinieri, impegnati nel dare la caccia al malvivente senza l’aiuto delle telecamere, che in quella zona non funzionano.
Grazie anche ad alcuni testimoni, gli aggressori marocchini sono stati identificati nella mattinata di martedì 10 giugno dai carabinieri di Mortara. I due sono stati denunciati alla Procura del Tribunale di Pavia. 
L’ennesimo fatto di cronaca riaccende le luci sulla stazione ferroviaria di piazza Marconi, sempre più terra di nessuno. 
“Non bastano raccolte firme per fare tornare il presidio polfer a Mortara. – commenta il sindaco Ettore Gerosa – Lo dico e aggiungo: purtroppo! Sarebbe troppo bello. Servono invece denunce sul tavolo di questore e prefetto, ma nonostante tutto quello che succede sembra che i parametri del ministero fanno sì che la nostra venga considerata una città sicura. Sembra strano, ma è così. Dobbiamo lavorare in sinergia con le istituzioni del territorio per arrivare sino a Roma, il ritorno della polfer deve avvenire indipendentemente dal numero di denunce sporte alle forze dell’ordine: è una questione di sicurezza e di tutela della legalità, ma soprattutto di prevenzione”. 
Per Gerosa, dunque, vale il vecchio adagio “prevenire è meglio che curare”, peccato che il messaggio non venga recepito da chi di dovere. 
“Non bisogna strumentalizzare episodi criminali per attaccare l’amministrazione comunale quando noi, purtroppo, siamo i primi ad avere le mani legate. – chiarisce il primo cittadino – Penso sia un caso che ad ispirare la raccolta firme, ripeto inutile, c’è chi era in giunta quando Mortara ha perso la polizia ferroviaria. Quando si parla di sicurezza bisogna farlo con responsabilità senza inutile demagogia, soprattutto se chi parla ha ricoperto in passato incarichi amministrativi a livello cittadino”.