Mortara, nordafricani taroccavano le certificazioni per il permesso: il giro scoperto dai vigili

MORTARA – Disposti a tutto per entrare o rimanere in Italia. Anche a falsificare i documenti indispensabili per ottenere il permesso di soggiorno o il ricongiungimento con il nucleo familiare.
La scoperta del “giro” dei documenti falsi è stata fatta dalla polizia locale. Le indagini hanno scovato false certificazioni di conformità degli impianti elettrici e di quelli idraulici. Al memento le certificazioni “taroccate” sono sette, ma i controlli sono destinati ad estendersi alle pratiche del passato. “L’utilizzo di certificazioni false per ottenere un permesso di soggiorno è un reato penale – spiega il commissario Diego De Paoli –. I soggetti interessati, tutti nordafricani, sono stati denunciati all’autorità giudiziaria. Il reato è ancora più grave quando la falsa certificazione ha poi contribuito all’ottenimento del permesso di soggiorno. Ora estenderemo le verifiche alle pratiche del passato. Ricordo che in passato questa documentazione non passava dal comando della polizia locale. Solo negli ultimi anni le pratiche devono essere consegnate al comando vigili e non in municipio”. Tutto nasce da un’intuizione del comandante Davide Curti. Sulla sua scrivania erano arrivate alcune certificazioni di idoneità a regola d’arte degli impianti. Le istanze erano state presentate da stranieri che chiedevano il permesso di soggiorno o il suo rinnovo. Dal punto di vista “tecnico” sarebbe stato impossibile fare ulteriori verifiche. Però i documenti avevano qualcosa di strano. Sotto il timbro di ditte diverse, tutte del milanese, compariva una firma scarabocchiata che sembrava sempre identica. In altri fogli il nome della ditta certificatrice compariva con due dicitore diverse. Piccoli errori, ma grandi sospetti. Così la polizia locale, grazie la collaborazione con la polizia locale dei Comuni delle ditte interessate, hanno scoperto che i documenti erano dei falsi. Gli ignari professionisti non erano mai stati a Mortara e, tanto meno, avevano mai firmato le certificazioni. Anche il modello di carta intestata era una rielaborazione “taroccata”. Verissima è invece la denuncia alle autorità competenti. Ora la “palla” passa al tribunale.