Gonfiavano i numeri per avere soldi facili, nei guai la cooperativa «dell’accoglienza»

GAMBOLÒ – La sede della cooperativa Faber è a Gambolò, ma gestiva numerosi centri di accoglienza sul territorio, come a Cozzo e a Mortara. Il presidente Fabio Garavaglia, secondo l’accusa, falsificava i registri mensili sulle presenze per garantirsi maggiori entrate. Lunedì 3 marzo i militari della Guardia di Finanza della compagnia di Vigevano hanno eseguito un sequestro preventivo di 66mila euro e un’ordinanza di applicazione della misura cautelare interdittiva nei confronti del presidente. Le indagini erano partite due anni fa. Nelle annualità dal 2021 al 2023 “sarebbero stati falsificati i registri mensili sulle presenze, facendo figurare più migranti rispetto a quelli effettivamente ospitati”. “Addirittura – chiarisce la Procura della Repubblica – sarebbero state fatte apporre delle firme da soggetti che in realtà non erano presenti nelle strutture, così da far risultare un numero maggiore di ospiti rispetto a quello effettivo, ottenendo così un ingiusto profitto. Inoltre non sono stati erogati molti dei servizi cui la cooperativa era obbligata contrattualmente e per i quali riceveva il corrispettivo. Per tale ragione, la Prefettura stessa, a far data dal mese di aprile 2023, ha provveduto alla risoluzione unilaterale del rapporto contrattuale con la cooperativa. A seguito di più approfonditi accertamenti, è altresì emerso che il presidente del consiglio di amministrazione della cooperativa ha conseguito un reddito derivante anche dalle distrazioni di denaro in danno della società da lui gestita, omettendo di presentare le prescritte dichiarazioni, con conseguente ulteriore danno per l’erario”. I reati di cui dovrà rispondere il soggetto sono truffa, falso ideologico in atto pubblico, omessa dichiarazione e frode nelle pubbliche forniture.