Sannazzaro, ultraleggero si schianta a pochi passi dalla raffineria: morto il pilota 67enne

SANNAZZARO – Il velivolo, un autogiro, era a pochi chilometri dalla destinazione finale, l’aviosuperficie di Mezzana Bigli, prima del pranzo al ristorante. Il pilota, Raffaele Mazza, 67 anni, era partito da Senago, presso Milano. Non è mai arrivato a destinazione perché domenica poco dopo mezzogiorno si è schiantato in un campo non lontano da Sannazzaro dalla raffineria Eni, mancandola di poco. Mazza viaggiava da solo, ma alcuni amici lo seguivano su un altro velivolo e a bordo di un’auto. Loro hanno chiamato i soccorsi, dopo aver sentito la comunicazione radio in cui il morto “spiegava di aver perso i punti di riferimento”.
L’ipotesi su cui lavorano gli inquirenti è quella del guasto meccanico: una delle pale del veicolo si sarebbe spezzata in volo, non lasciandogli scampo. L’uomo infatti è morto sul colpo. L’autopsia sul cadavere chiarirà l’eventuale malore. L’ultraleggero motorizzato a due posti ha un motore che non aziona direttamente il rotore, ma genera una spinta in avanti come avviene per gli aerei. Poi gira libero, grazie alla corrente d’aria che lo investe. Nessun altro è stato coinvolto nella tragedia. La giornata era soleggiata, leggermente ventosa ma senza condizioni meteo che potessero far presagire qualche pericolo. Sono arrivate sul posto due automediche e un’ambulanza, ma i soccorritori non hanno nemmeno ritenuto di caricare Mazza, ormai esanime, per trasportarlo all’ospedale più vicino, quello di Voghera. I carabinieri si occupano della ricostruzione di una tragedia che appare piuttosto chiara.
Raffaele Mazza viveva a Lissone, in Brianza, da alcuni anni. Era un imprenditore nell’ambito dei mobili da salotto. Approfittando della giornata limpida, aveva deciso di decollare dalla pista della scuola di volo Associazione Generale Velivoli della vicina Senago. Custodiva il proprio velivolo in quell’hangar: un vero e proprio “parcheggio custodito” per ultraleggeri. Era anche socio della Agvs, ma soltanto da qualche mese. Per questo motivo dall’associazione non lo conoscevano ancora bene. Si sa soltanto che avesse acquistato di recente l’autogiro che lo ha tradito e che lo usasse nei weekend, ogni volta che il tempo libero e le condizioni atmosferiche glielo permettevano.