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PARONA – Il sorriso smagliante nelle foto che postava sui social, sia in divisa da operaio sia nella vita di tutti i giorni, stride terribilmente col destino di Antonio Giuseppe D’Angiolella, 45 anni. Era considerato esperto nel suo lavoro, nel settore della pulizia industriale. Giovedì mattina alle 8 si trovava al lavoro nel termovalorizzatore di Parona. Viveva con la moglie nella vicina Vigevano. La ricostruzione della tragedia vede D’Angiolella impegnato a controllare la benna di una ruspa guidata da un collega, per un sospetto malfunzionamento. Una parte del veicolo si è staccata e l’ha colpito in pieno. I traumi all’addome erano gravissimi. I soccorsi sono arrivati con un’ambulanza, l’automedica e l’inutile elicottero, perché nel frattempo i rianimatori avevano constatato il decesso dell’operaio. Lavorava come dipendente per una ditta esterna, la Guerini Rocco Romano di Vado Ligure (Savona) e prestava servizio spesso a Parona. L’area dove è avvenuto l’incidente mortale, gestita da A2A Ambiente, è stata posta sotto sequestro. A2A “esprime profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia di Antonio Giuseppe D’Angiolella, dipendente della società Guerini Rocco Romano, esterna ad A2a Ambiente, deceduto a seguito di un incidente avvenuto all’interno dell’impianto di Parona”. L’azienda specifica che le squadre di emergenza e di soccorso sono intervenute immediatamente per prestare i primi soccorsi e che “assicurerà la massima collaborazione alle autorità competenti”. “La salma del 45enne è stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria, ha disposto l’autopsia sulla salma che verrà eseguita dall’istituto di medicina legale di Pavia. L’ipotesi di reato è di “omicidio colposo a carico di ignoti”. Indagano i carabinieri ed è intervenuta sul luogo della tragediaAts Pavia, come da prassi quando accadono incidenti gravi sul lavoro, per accertare eventuali responsabilità interne. Antonio D’Angiolella, definito all’unanimità come “uomo buono”, era conosciuto a Vigevano dagli amici della palestra che frequentava spesso e per il suo amore per gli animali, in particolare i cani, e per le moto. Era testimone di Geova: i suoi funerali verranno celebrati nella “sala del regno” di Vigevano, una volta ottenuto il nulla osta.
Solo in Lombardia, ancora prima di questa disgrazia, erano già 57 i morti sul lavoro nel 2024. I dati sono allarmanti e in aumento rispetto all’anno precedente. Ben 10 episodi risalgono al solo mese di settembre. La provincia più colpita è Brescia, con 17 vittime totali. Pavia fino all’altro ieri ne contava 4 e Parona, appena 1850 abitanti, addirittura un altro. Il 25 settembre Mohamed Negm, 50 anni, era caduto dal tetto di un capannone della fonderia Intals, distante poche decine di metri, dopo un cedimento. Anche lui lavoratore esterno all’azienda, era spirato poco dopo. Nel 2022 invece è avvenuto l’ultimo incidente fatale al termovalorizzatore. Il 25 ottobre aveva perso la vita Gianvittorio Carlin, saldatore, 56 anni, colpito alla testa da un tubo durante la manutenzione di una caldaia. Per questo motivo insorgono i sindacati. Cgil Pavia, col segretario generale Fabio Catalano Puma: “Come Cgil Pavia, con le nostre categorie Filcams e Fp, ci uniamo al cordoglio della famiglia e delle lavoratrici e lavoratori dell’impianto, suoi colleghi. Lasciamo agli enti competenti l’accertamento delle dinamiche e delle responsabilità ma, di fronte all’ennesima morte sul lavoro, non vogliamo sentire parlare di nuovo di fatalità e respingiamo con forza l’idea che questi eventi possano far parte del costo del progresso, che il prezzo di vite umane sia inevitabile. Non si può morire facendo il proprio lavoro, i rischi si possono e si devono calcolare e prevedere e gli incidenti, troppo spesso, di realmente accidentale hanno poco”. Ugl (Unione generale del lavoro), col segretario Andrea Di Pietro: “La sicurezza sul lavoro non è un’opzione, ma un diritto inalienabile. Ogni lavoratore deve poter svolgere la propria attività in un ambiente che garantisca condizioni sicure e che prevenga tragedie evitabili. Secondo le prime informazioni, l’incidente sarebbe stato causato dal distacco del braccio di una benna, un episodio che solleva interrogativi urgenti sulla manutenzione degli impianti, sulla vigilanza e sull’applicazione rigorosa delle normative in materia di sicurezza”.