Pendolari: il ritorno forzato in taxi (pagato di tasca propria) a causa del guasto nel capolinea milanese e del «cortocircuito» comunicativo

VIGEVANO – Alcuni pendolari sono dovuti tornare in taxi. Ovviamente pagando di tasca loro. Un esborso molto maggiore rispetto al costo del singolo biglietto del treno, o dell’abbonamento, che molto probabilmente non gli verrà restituito.
L’ennesimo giorno nero per i viaggiatori della linea ferroviaria Mortara – Milano Porta Genova è stato lunedì: un guasto nel capolinea meneghino ha costretto i convogli a ritardi non inferiori a 60 minuti nel tardo pomeriggio.
Un treno, il 10069 delle 18 e 42, è partito da San Cristoforo: siccome chi attendeva a Porta Genova lo ha saputo pochi minuti prima, non ha potuto in nessun modo salirci. Altri tre convogli sono stati direttamente soppressi.
Trenord ha allestito in fretta e furia alcuni bus sostitutivi, comunque fino ad Abbiategrasso. Da lì, dovevano pensarci i familiari degli sventurati.
Alcuni, per urgenza di tornare a casa entro una certa ora, hanno diviso i costi del taxi. Piero Marco Pizzi, vigevanese, attivissimo sui social e portavoce del movimento civico «Vigevano Prima di Tutto», ha denunciato la situazione sui social.
“Ma davvero – è il suo post di Facebook – nessuno dei nostri politici ha il coraggio di dire qualcosa? Davvero è diventato normale che 10mila persone ogni giorno debbano subire un trattamento così indegno, come se fosse la cosa più naturale del mondo? Nessuno interviene. Nessuno denuncia. Nessuno si indigna. E nel frattempo, il disagio continua, quotidiano, insopportabile. È questa la normalità che dobbiamo accettare?”.