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GARLASCO – I cuochi de Le Rotonde hanno vinto la gara per il miglior risotto dei ristoranti. E’ terminata così domenica sera, in un’affollatissima piazza della Repubblica, la terza edizione dell’evento «RisoMania», in cui Garlasco ha esaltato il riso e il suo piatto principe, il risotto, e in cui L’Informatore Lomellino è stato media partner. 
“Abbiamo portato a casa un risultato incredibile, – commenta l’assessore a Cultura ed eventi Riccardo Invernizzi, che ha coordinato le gare dei risotti a fianco della blogger e sommelier del riso Michela Rossi – «RisoMania» è stata la festa di tutti e quest’anno ha avuto un carattere ancora più istituzionale perché l’evento è stato patrocinato dal ministero dell’Agricoltura con il coinvolgimento dell’assessore regionale Alessandro Beduschi, oltre che delle associazioni di categoria. 
A Garlasco erano presenti esercenti, associazioni, imprenditori, produttori e agricoltori”. 
In prima fila, nelle gare dei risotti, il sindaco Simone Molinari e gli assessori Riccardo Tosi, Francesco Santagostino e Isabella Panzarasa, gli ultimi due nelle vesti di intervistatori delle squadre di cuochi ai fornelli. 
Si era partiti sabato mattina con il convegno «Le radici del riso nelle terre di Pavia» al teatro Martinetti: presenti l’assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Beduschi, il sindaco Simone Molinari, i presidenti di Coldiretti Pavia Silvia Garavaglia, di Confagricoltura Pavia Marta Sempio e di Cia Pavia Carlo Alberto Zucchella, Filippo Haxhari per l’Ente nazionale risi e Luigi Ferraris, presidente dell’associazione «Lomellina terre di riso». In serata la gara per il miglior risotto fra le Pro loco lomelline: vittoria di Zerbolò-Parasacco. 
Poi tanti eventi con i produttori di riso, i Fotocineamatori garlaschesi, l’istituto comprensivo, la fondazione «Le Vele», la Pro loco, il Gruppo medievale garlaschese, la Croce garlaschese, gli attori dialettali della «Compagnia del Patatrac» e, domenica sera, la musica della «883nd Band» con il tributo ai primi 883 di Max Pezzali e Mauro Repetto.

Umberto De Agostino