Mortara, grande festa a Sant’Albino con l’invito di padre Nunzio ai giovani: mettete i vostri talenti a servizio della città

MORTARA - Una festa giovane per i giovani! L’abbazia di Sant’Albino, vestita a festa, ha accolto i contradaioli biancoblu che in gran numero hanno voluto festeggiare il santo patrono. Domenica scorsa, 2 marzo, si è svolta la 13esima edizione della festa di Sant’Albino. Alla Santa Messa, celebrata da padre Nunzio De Agostino, erano presenti anche i rappresentanti delle altre cinque contrade. “Quanti giovani abbiamo davanti a noi. E chi siete? Il nostro presente e il nostro futuro. Siete una forza. E io, con l’età che ho, vi parlerò da nonno. – così padre Nunzio durante l’omelia – Vi ricorderò di cose che sono state fatte a Mortara, da giovani, molti anni fa. Nel 1968. La primavera del franciscanum, raccontata da Giancarlo Torti su L’Informatore Lomellino mentre l’Italia sprofondava negli anni di piombo: io ero appena arrivato da Torino, dove ero parroco. Ma ero molto stanco, erano gli anni dell’immigrazione e si accoglievano i meridionali. Mi mandarono al convento di Mortara. Un giorno, al monumento davanti a Santa Croce trovai un giovane carabiniere che mi disse che voleva fare la scuola ufficiali, ma non aveva la terza media. Al convento arrivò il maresciallo che mi chiese di preparare il ragazzo per l’esame da privatista. Dopo poco erano in 28 che vennero al convento per studiare... Altro che riposo! Dopo un mese un giovane laureando in ingegneria si propose per venire a insegnare matematica. Poi anche padre Albino”. Il racconto di padre Nunzio è un’esortazione ai giovani. Un invito a rimboccarsi le maniche e a mettersi a disposizione della propria comunità. I giovani di allora sono stati tutti ricordati da padre Nunzio: Emanuela Cotta Ramusino, Lorenza Raimondi, suor Luisa, Giovanni Vanzini, Rina Poggioli, Aldo Cotta Ramusino, Giorgio e Marisa Baldi, Carlo Gschenl, Carla Ferri, Tiziana Bertani, Rosanna Panissari, Flavia Rocco e Marco Carnevale Miino. C’era poi chi si occupava del piccolo coro con circa 100 bambini: Cesare ed Elsa principato, Medardo Zorzoli, Maria Luisa Braghenti e Bruno Zanacchi. Poi ancora chi si occupava dell’area sportiva (al franciscanum era nato il Silvabella) come Roberto Maffei e Annibale Acerbi. E anche chi aveva dato vita al giornale “La bomba”: Adriano Arlenghi, Reginella Massone, Fulvio Rossi e Giovanna Pallavicino. “Perché vi ho detto queste cose? – ha aggiunto padre Nunzio – Quando veniamo al mondo il Signore ci dà doti e capacità. Tutte belle e importanti. Ma non sono di nostra proprietà, sono da amministrare a fratelli e sorelle. Mente nel mondo si pensa solo all’io, dobbiamo guardare anche a chi ci sta attorno. ..Serve umiltà per essere nella verità. Una persona umile ha tanti valori, quando uno racconta i suoi valori è solo lo scemo del villaggio. Il cristiano sa che tutto dipende da lui. – ha concluso padre Nunzio De Agostino –Ragazzi, siete una potenza. Non abbiate paura di farvi sentire, un anziano vi ascolta con interesse perché siete figli prediletti di Dio”. L’invito ai giovani è dunque quello di mettersi in gioco, di andare oltre al grande impegno che dedicano alla contrada. Di dedicarsi alla città attivamente, per far vivere a Mortara una “primavera” come quella degli anni Sessanta. Al termine della Messa, i numerosi presenti hanno preso parte ad un momento conviviale nel tradizionale appuntamento che unisce fede e tradizione all’abbazia di Sant’Albino.