Mortara, alla «Francesco Pezza» in scena il debutto artistico di Benedetta Manzino nel segno di Hilma Klint

MORTARA - Un viaggio tra colori e forme attende gli appassionati d’arte a Mortara con la prima mostra personale di Benedetta Manzino, giovane artista locale che il 6 febbraio alle 17 inaugurerà la sua esposizione presso la Biblioteca “Francesco Pezza”. Il suo è un linguaggio artistico che intreccia spiritualità, astrattismo e percezione del colore, frutto di una ricerca intima e meditativa. Cresciuta a Mortara, Manzino ha affinato la sua sensibilità artistica sin dai tempi del liceo, per poi laurearsi in Lettere moderne con un indirizzo in beni culturali. Il suo percorso creativo trova ispirazione nella grande Hilma Klint e si distingue per una tecnica particolare: ogni opera è composta dall’unione di quattro tele cartonate, assemblate in modo da formare una sorta di mosaico visivo. Questa scelta non è casuale, ma rappresenta un simbolico portale che invita l’osservatore a una riflessione interiore. Il suo stile pittorico si basa su trasparenze, giochi di colore e geometrie, eliminando completamente la figura umana e ogni riferimento esplicito alla realtà quotidiana. L’assenza di elementi figurativi permette di concentrarsi esclusivamente sulle sensazioni evocate dalle tonalità e dalle forme, lasciando spazio all’interpretazione personale. La natura resta l’unico legame con il mondo concreto, fungendo da ispirazione per atmosfere eteree e contemplative. Manzino non considera l’arte un prodotto commerciale, ma un’esperienza da condividere con gli altri. Per questo motivo, le sue opere non sono in vendita: l’obiettivo è creare un momento di riflessione e coinvolgimento per il pubblico. Per facilitare la comprensione del suo lavoro, la mostra sarà accompagnata da un tabellone esplicativo che illustrerà il suo metodo e il significato delle sue opere. La geometria gioca un ruolo fondamentale nella sua produzione: la disposizione delle tele, studiata con precisione, riflette la ricerca di ordine e armonia che caratterizza la sua visione artistica. Un modo diverso di fruire l’arte, più intimo e spirituale. Una bella possibilità, allora, per chi desidera esplorare un modo innovativo e personale di concepire l’arte come oggi la si fa, dove la forza espressiva del colore e della forma si trasforma in un viaggio introspettivo e sensoriale.
Vittorio Orsina