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Dal controllo sullo spandimento fanghi, al ritrovamento di una coltivazione di cannabis: in poco più di cinque mesi le Guardie ecologiche volontarie (Gev) hanno dimostrato tutta la loro importanza in un territorio funestato dalle criticità ambientali. Infatti i controlli dei volontari hanno condotto alla scoperta di un vero campionario di orrori ambientali. Hanno “scovato” di tutto: sversamenti illeciti, coltivazioni di sostanze stupefacenti e le consuete, innumerevoli, discariche abusive. Eppure la convenzione tra il Comune di Mortara e quello di Inverno e Monteleone, ente capofila e “patria” delle Gev, era stato votato sei mesi fa in consiglio comunale non senza qualche scetticismo. Il resoconto dell’operato delle Gev dopo i loro primi sei mesi di attività, letto in assemblea pubblica davanti a tutti i consiglieri comunali, ha spazzato via, oltre a una parte dell’immondizia abbandonata, anche ogni possibile perplessità nutrita dai consiglieri comunali. “Dalla fine di luglio sono state effettuate 38 servizi di pattuglia – spiega Andrea Andreossi, responsabile territoriale delle Gev - per un totale di 488 ore per volontario. Sono stati rilevati 55 abbandoni di rifiuti da cui sono emerse 35 segnalazioni di cui 10 già risolte con il recupero ambientale. Sono state emessi quattro verbali di abbandono rifiuti, un esposto per coltivazione di cannabis, un esposto per versamento illecito nell’ambito fognario e addirittura il recupero di un contatore Enel. Noi non possiamo portare via il materiale ritrovato, tuttavia abbiamo una procedura ben coordinata con le autorità competenti. Le situazione attenzionate vengono fotografate, geolocalizzate e segnalate e, se necessario, successivamente viene redatto un verbale in caso di illecito amministrativo o altro. È chiaro che dal momento in cui il problema viene segnalato al momento della sua risoluzione possono passare diversi giorni. In ogni caso, trascorsi 30 giorni dalle segnalazioni, viene effettuato un ulteriori sopralluogo per verificare il recupero ambientale”. Una prassi che in molti casi è stata sufficiente ad indurre il proprietario del terreno sul quale è stata rilevata l’irregolarità a ripulire l’area. Ma il controllo del territorio non basta per invertire la rotta. La battaglia deve essere anche culturale. Anche su questo fronte le Gev lavorano in prima linea. “Esiste una collaborazione con l’istituto Ciro Pollini – prosegue Andrea Andreossi – per realizzare una serie di incontri con gli studenti finalizzati alla creazione di una forte consapevolezza dell’importanza della differenziazione della raccolta e del volontariato”. Un ulteriore servizio svolto dalla Gev riguarda ilo controllo dei documenti relativi alle sostanze che vengono sparse nei campi. Una presenza che ha anche una funzione, per così dire, psicologica. “La nostra presenza – conclude Andrea Andreossi – serve a far capire ai soggetti che svolgono l’attività di smaltimento fanghi che non possono fare proprio tutto ciò che vogliono. Chiaramente, in questo ambito, gli illeciti dimostrabili sono pochi, tuttavia questo tipo di controllo serve a far rispettare le ore a dimostrare una presenza costante sul territorio”.